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24 febbraio, un anno di guerra nel cuore dell'Europa. Slava ucraina!

Un tragico anniversario di un evento che non avremmo mai voluto vedere.

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Pace in Ucraina Pace in Ucraina © OKNews24
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E' passato un anno esatto da quando la Russia ha invaso l'Ucraina. Oggi tutti i media parleranno di questa tragica ricorrenza e noi non vogliamo sottrarci dal farlo.
Saranno molte e più autorevoli delle nostre le voci che oggi esprimeranno il loro parere ma noi vogliamo semplicemente dire e ribadire che ripudiamo la guerra.

Lo facciamo non solo perché è vergato nero su bianco nella nostra costituzione, ma lo facciamo semplicemente perché, è banale dirlo, ma basta scorrere i libri di storia per sapere che le guerre hanno sempre soltanto prodotto morte e terrore.

L'invasione della Russia all'Ucraina colpisce perché è la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale che uno stato invade un altro stato sovrano nel cuore dell'Europa.
Come se la tragedia dell'olocausto dei milioni di morti e delle distruzioni della seconda guerra mondiale non avessero insegnato niente. Come se un sessantennio di "guerra fredda"  non avesse contribuito a tenere pur su un filo invisibile di pericolo gli equilibri cristallizzati al 1945.

I totalitarismi che hanno caratterizzato il Novecento credevamo fossero sepolti sotto il crollo del muro di Berlino ma evidentemente in tanti, specie nel palazzi dell'Onu e della Nato avevano sbagliato i calcoli.

Nella Russia post comunista degli oligarchi del lusso sfrenato e stucchevolmente ostentato di alcuni mentre il popolo moriva di fame e di freddo agli angoli delle strade e i rubli sporchi ingrassavano le nostre democrazie di nuovi ricchi da accogliere e abbracciare è cresciuto sotto la polvere il mai sopito spirito di rivalsa della Grande Russia degli Zar e della nostalgia dell'Unione Sovietica.
Quel Vladimir Putin che già smontando la costituzione si era trasformato con il beneplacito di tutto il mondo occidentale da Presidente a Dittatore ha deciso che l'Ucraina, stato sovrano ritornato ad esserlo sulle ceneri del blocco sovietico, non doveva esistere.
Questioni etniche si racconta, ma il vero motivo come sempre è il dio denaro dato che l'Ucraina rappresentava di quell'Unione Sovietica il granaio e il cuore economico e commerciale.
Non a caso anche Cernobyl con il suo disastro annunciato ha colpito con migliaia di morti di cui non si saprà mai il numero esatto proprio il popolo ucraino perché in Ucraina era la centrale arrugginita e pericolosa.

Quel Vladimir Putin travestito da Zar, da Stalin e da Dio Onnipotente giusto un anno fa ha fatto entrare i suoi carri armati un terra ucraina violandone i confini. Ha sparato i suoi missili su palazzi residenziali e ospedali in quella che definendo "operazione speciale" voleva spacciare per qualcosa che non fosse una guerra d'invasione.

Il signor Putin nel suo delirio d'onnipotenza non potrà mai commuoversi davanti ai tanti bimbi terrorizzati che io ho visto transitare al centro di prima accoglienza, Bimbi che pupazzo stretto al braccio su tuffavano terrorizzati sotto i tavoli al solo passaggio di una moto smarmittata che ricordava loro un bombardamento.

Non potrà commuoversi davanti a tutto quel popolo di sole donne giovani e anziane che ho abbracciato per consolare come fossero sorelle e madri.

Non potrà mai farsi contorcere le viscere nel sentire il racconto di Irina arrivata a Firenze con un aereo ambulanza con la madre gravemente ferita ed entrambe sopravvissute alla tragedia del teatro di Mariupol. In un inglese approssimativo e con la voce e il corpo che tremava i suoi occhi vuoti all'orizzonte hanno raccontato del marito morti giustiziato accanto a lei, del dover camminare sui cadaveri per uscire da quel carnaio trascinando la madre gravemente ferita, di quella prigionia con i soldati russi che hanno abusato di lei in ogni maniera, di quell'arrivo in Italia e non sapeva nemmeno dove mentre piangendo ci pregava di raccontare cosa stesse succedendo.

Non potrà aver avuto l'onore di conoscere Sergej novan'tanni di disillusione e coraggio che insieme alla sua sposa mano nella mano curvi e barcollanti nell'andatura un soccorritore italiano ha trovato nelle vie del loro paese nel Donbass a camminare senza meta sotto i bombardamenti. Sergej ringraziava tutti al centro di prima accoglienza con quella sua gentilezza d'altri tempi mentre scuotendo la testa ricordava di quando da ingegnere nucleare molto aveva fatto per far crescere la Russia....

Noi tutte queste cose le abbiamo viste non solo in tv perché il dovere di noi cronisti è raccontare per far conosce.
Non solo dal fronte perché il popolo dei profughi ucraini è fra noi e ognuno di noi in questo lungo anno di guerra ha avuto l'opportunità di conoscere e accogliere bambini e donne ucraini che il popolo italiano con grande generosità ha accolto. Dobbiamo raccontare e far conoscere le loro storie per fermare questo orrore che pareva dover durare alcuni giorni e che già compie un anno

Slava Ucraina!







 

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Commenti 1
  • Mugelli giampiero

    la guerra nessun popolo la vuole ma vengono fatte per il volere di pochi a scapito di tanti ( i popoli). La guerra è come l'amore, bisogna essere in due, a volte pure in tre. Nella guerra in Ucraina c'è un terzo incomodo che tira le fila, sono: la NATO e il pensiero unico Liberal Democratico Americano. Questa guerra doveva iniziare quando era presidente in America Trump ma dopo l'incontro con Putin la guerra non scoppiò. In America contestarono il loro presidente che non era un guerrafondaio, infatti con la sua presidenza ci fu un periodo di pace nel mondo. Meglio Baden un democratico, un povero uomo di 80 anni che non si tiene neppure in piedi ma con lui la guerra è stata una priorità, ed è scoppiata. Tutti sappiamo la storia di Zelensky finanziato e portato al governo dalla CIA e adesso è un uomo filo americano Che ha portato il suo popolo in questa assurda guerra.

    rispondi a Mugelli giampiero
    dom 26 febbraio 2023 03:13