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Alzheimer. Presentato smart body indossabile per prevenire lo smarrimento dei pazienti

Il lavoro del ricercatore si inserisce in un più ampio impegno di Airalzh nella promozione della ricerca. Tra i progetti recenti...

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Lo ricordo io per te Lo ricordo io per te © Studio Nazari
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In occasione della Giornata Mondiale Alzheimer 2025, Airalzh Onlus ha presentato i risultati di uno studio che apre nuove prospettive nella gestione del disorientamento spaziale nei pazienti affetti da Alzheimer. Il progetto, guidato dal dottor Davide Cammisuli dell’Università Cattolica di Milano e sostenuto dal bando AGYR (Airalzh Grants for Young Researchers), ha portato allo sviluppo di uno smart body indossabile, un dispositivo in grado di rilevare i segnali di smarrimento e di intervenire tempestivamente grazie a sistemi di alert, messaggistica e GPS.

Il disorientamento topografico rappresenta uno dei primi segnali della malattia e deriva dall’alterazione del funzionamento di specifici neuroni localizzati nell’ippocampo e nella corteccia entorinale. Lo studio ha dimostrato come pazienti con lieve declino cognitivo e biomarcatori per Alzheimer presentino una chiara compromissione della cognizione spaziale. Il dispositivo sviluppato da Cammisuli, dotato di sensori fisiologici e di marcia, si è rivelato capace di monitorare parametri neurovegetativi legati al disorientamento e di fornire al contempo una funzione di tracciamento utile a familiari e caregiver.

Il lavoro del ricercatore si inserisce in un più ampio impegno di Airalzh nella promozione della ricerca. Tra i progetti recenti figurano studi sull’identificazione precoce dei rischi tramite risonanza magnetica nucleare del sangue, condotti dalla dottoressa Alessia Vignoli a Firenze, e lo sviluppo di nuove molecole per contrastare l’accumulo di β-amiloide da parte del dottor Andrea Magrì a Catania.

Airalzh, attiva dal 2014, ha già finanziato oltre 80 assegni e 37 progetti di ricerca, investendo più di 4 milioni di euro. L’associazione sostiene la diagnosi precoce, la ricerca di nuove terapie e la sensibilizzazione pubblica, avvalendosi del contributo di donatori e iniziative artistiche, come il progetto “Lo ricordo io per te” dell’artista Michele Bravi. L’obiettivo resta quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie, rafforzando il legame tra scienza, società e solidarietà.

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