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Aggressione sessuale nel parcheggio della Coop di Ponte a Ema, vittima una donna incinta

La stessa protagonista ha denunciato il fatto anche sui gruppi social della città- Indagini in corso della Stazione dei Carabinieri di Grassina

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violenza sessuale al parcheggio della Coop violenza sessuale al parcheggio della Coop © Pete Linforth da Pixabay
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Un fatto gravissimo se confermarto quello che è successo al confine fra i comuni di Firenze e Bagno a Ripoli nel parcheggio della Coop di Ponte a Ema.
E' la stessa protagonista a raccontare l'aggressione sessuale che ha subito sui social ancora sotto choc. Lo ha fatto per mettere in guardia altre donne perchè a quanto si appprende da voci pare che non sia la prima volta che succede qualcosa del genere.

Mentre stava sistemando le buste della spesa apprna fatta nella sua auto, ha sentito una mano infilarsi fra le gambe e toccarla in modo violento nelle parti intime. La violenza sessuale è avvenuta ieri pomeriggio, mercoledì 3 febbraio, verso le 19, nel parcheggio della Coop di Ponte a Ema.

Il giornale on line Qui Antella ha raggiunto la giovane donna che chiameremo Elena (nome è di fantasia per tutelare la sua privacy), che ieri ha denunciato l’aggressione alla stazione Carabinieri di Grassina.

“Tornando verso casa mi sono fermata alla Coop di Ponte a Ema per fare un po’ di spesa – racconta – Quando sono uscita dal supermercato ho notato un giovane, senza mascherina, che mi stava fissando. Non ci ho fatto molto caso e sono andata alla mia auto, nel parcheggio coperto, per sistemare le buste della spesa. All’improvviso da dietro ho sentito una mano infilarsi fra le mie gambe e palpeggiarmi in modo violento, tanto che ho sentito dolore per oltre un’ora dopo il fatto. Ho avuto molta paura, anche perché sono incinta di cinque settimane e ho temuto ripercussioni sul bambino, ma fortunatamente non ci sono state conseguenze”.

“Appena mi sono voltata l’aggressore è fuggito ridendo – ricorda Elena – Purtroppo in quel momento non c’era nessuno nei paraggi che avrebbe potuto aiutarmi”. La donna ha fornito ai carabinieri una precisa descrizione: corporatura media, alto circa un metro e 70, capelli corti neri, una gobba sul naso, vestito con pantaloni neri, sciarpa nera su giubbotto verde militare, emanava un forte odore. “Ho voluto rendere pubblica la mia esperienza per mettere in guardia tutte le donne della zona, state attente”.

Sembra, infatti ripetiamo, che non sia il primo caso del genere di cui si stanno occupando i carabinieri di Grassina.

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