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Benessere animale e turismo. La critica dell'associazione Gabbie Vuote

Milan Kundera, nel suo libro “L’insostenibile leggerezza dell’essere”...

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La lettera sottoscritta dall’Associazione Gabbie Vuote si inserisce nel più ampio dibattito pubblico sul rapporto tra esseri umani, animali e responsabilità etica delle istituzioni. Il testo prende avvio da un richiamo culturale e filosofico di forte impatto simbolico: l’episodio che vide Friedrich Nietzsche abbracciare un cavallo a Torino nel 1889, reso celebre anche da opere letterarie e cinematografiche. L’autrice interpreta quel gesto non come segno di follia, ma come manifestazione estrema di empatia verso un animale sottoposto a sfruttamento e sofferenza.

A seguire la lettera diffusa:

Milan Kundera, nel suo libro “L’insostenibile leggerezza dell’essere” (Adelphi, III edizione, 1990, pag. 294) riporta un noto episodio che riguarda Friedrich Nietzsche. «Nietzsche esce dal suo albergo a Torino. Vede davanti a sé un cavallo e un cocchiere che lo colpisce con la frusta. Nietzsche si avvicina al cavallo e, sotto gli occhi del cocchiere, gli abbraccia il collo e scoppia in pianto. Ciò avveniva nel 1889 [] Nietzsche era andato a chiedere perdono al cavallo []»

Non è un aneddoto ma un fatto realmente accaduto che appare anche in opere cinematografiche come “ Al di là del bene e del male ” (1977) diretto da Liliana Cavani liberamente ispirato alla vita di Nietzsche e in “ Il cavallo di Torino ” (2011) diretto da Béla Tarr e Agnes Hranitzky.

Si dice che questo episodio abbia segnato l'inizio della pazzia del filosofo, ma abbracciare uno schiavo con un ferro in bocca e un peso da trasportare è segno di empatia, non di pazzia.

Da quando è entrata in vigore la famigerata Legge Remaschi, sterminatrice della fauna selvatica, non ho più acquistato beni e prodotti che arrivassero dalla Toscana e soprattutto ho cancellato questa regione dalle mie mete turistiche.

Riguardo a Firenze, cancellata a maggior ragione perché continua tetragona a fare uso di questo mezzo di trasporto anacronistico e crudele che ripudio. Non passeggio nelle città in cui rischio di trovarmi davanti a tale esempio di schiavitù.

Cara Toscana, cara Firenze, arrivederci a quando vedrò soffiare il vento del cambiamento.

Cordiali saluti da una turista in meno.

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