Consigliera delegata alle Aree interne Sara Di Maio © MET
La Città Metropolitana di Firenze esprime una posizione critica nei confronti dei nuovi parametri annunciati dal Governo per la classificazione dei Comuni montani, che dovrebbero essere presentati in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni. Secondo l’amministrazione metropolitana, il sistema delineato dalla legge 131 rischia di compromettere l’equilibrio territoriale, introducendo criteri giudicati eccessivamente rigidi e penalizzanti per numerose realtà locali.
La consigliera delegata alle Aree interne Sara Di Maio ha sottolineato come i parametri fondati prevalentemente su altitudine e pendenza non tengano conto della complessità geografica, sociale ed economica dei territori montani. In base alle simulazioni effettuate, una parte significativa dei Comuni attualmente considerati montani verrebbe esclusa dalla nuova classificazione. Il capogruppo del Partito Democratico in Città Metropolitana, Nicola Armentano, ha evidenziato che quasi la metà dei Comuni del territorio metropolitano potrebbe perdere tale riconoscimento, con conseguenze rilevanti sull’accesso a risorse e misure di sostegno.
Le perplessità espresse si inseriscono in un quadro più ampio di critiche già sollevate da Anci Toscana e dall’Unione Montana dei Comuni del Mugello. Secondo queste istituzioni, i criteri proposti inciderebbero negativamente sull’assegnazione delle risorse previste dalla nuova legge sulla montagna e su altre forme di supporto, penalizzando in particolare i Comuni situati lungo la dorsale appenninica. Il rischio paventato è quello di accentuare le disuguaglianze territoriali e di indebolire aree che svolgono un ruolo essenziale nella salvaguardia ambientale e nella prevenzione del dissesto idrogeologico.
I sindaci del Mugello hanno ribadito come le aree interne e montane rappresentino una componente strategica del Paese, non solo dal punto di vista ambientale ma anche storico e sociale. L’eventuale riduzione dei sostegni viene considerata una scelta miope, capace di compromettere la tenuta di comunità già esposte a fenomeni di spopolamento e carenza di servizi. Le amministrazioni locali chiedono interventi mirati per migliorare infrastrutture, servizi essenziali e opportunità di sviluppo sostenibile.
La posizione espressa trascende gli schieramenti politici e richiama una responsabilità condivisa. L’auspicio è che in sede di Conferenza Stato-Regioni le criticità sollevate vengano accolte e che si apra un confronto costruttivo, con il coinvolgimento di parlamentari toscani, Regione, Città Metropolitana e Comuni, affinché la riforma non produca un indebolimento strutturale dei territori montani e delle comunità che li abitano.


