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Commisso sindaco di Firenze

Una riflessione di Enrico Martelloni

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Viola park Viola park © Fotocronache Germogli
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Dalle immagini dell’inaugurazione del centro sportivo della Fiorentina, spunta da una delle tribune del “Curva Fiesole“, uno striscione dedicato al presidente della società gigliata con scritto: “Commisso Sindaco”. Bellissimo, è stato soprattutto il fantastico evento inaugurativo, arrivato sugli schermi TV e dei cellulari di tutto il Mondo con lo striscione menzionato di un nuovo sindaco.

L’operazione Viola Park è vincente. Non lo è quello delle amministrazioni comunali di Firenze e dell’area metropolitana, che non hanno saputo fare un misero parcheggio, figuriamoci altro di più impegnativo. Commisso ha vinto la scommessa, ha tolto le gru’ in quattro anni, mentre sono ancora a deturpare Firenze quelle degli Uffizi, così come per il piazzale sul retro, è chiuso ormai da tempo immemore, dalla annosa vessata questione della loggia di Isozaki che pare finalmente stia per essere risolta dopo venticinque anni.

Si aggiunga inoltre che non sono risolti o affrontati i problemi che il turismo ha presentato in questi anni, e non si vede in città un miglioramento di qualità dei servizi. La vicenda Stadio, quindi, viene stigmatizzata dal magnifico evento del Viola Park, un investimento inimmaginabile per qualsiasi risorsa finanziaria pubblica, o comunale e privata, che rischia di diventare una cattedrale nel deserto.

I soldi pubblici servono ad altro, anche se con i tempi lentissimi, della burocrazia e della politica che ha scordato, o mai tenuto a mente, che il suo ruolo è altro, non quello di fare impresa. Lo Stadio non può essere che costruito fuori città, privatamente, come il Centro Sportivo sta dimostrando. Il suo costo non è gravato sulla collettività, che anzi, questa, ne troverà beneficio dalla gestione della società Viola.

Eppure, seppure glissano i politici, la costruzione del Viola Park, è stato osteggiata molte volte dal PD sotto mentite spoglie, attraverso improbabili associazioni ambientaliste e facezie burocratiche. “Commisso Sindaco” suggerisce quanto poco vale la politica e quanto miope è la sua visione sulla città e su tutta l’area metropolitana che sarà vittima delle sue stesse armi amministrative. 

Nessuna immaginazione, nessuna visione del futuro, ma uno Status Quo ante, consapevole che se il meccanismo si rompe, finisce un mondo. “Commisso Sindaco” significa anche la scarsa capacità dell’opposizione politica di creare un progetto innovativo. Non ne esiste voce autorevole, ma una voce fioca, subalterna al principio democratico e al sostegno, all’organizzazione, di un’area abitata e vissuta da almeno un milione circa di cittadini; senza considerare i graditi ospiti che vengono a visitare Firenze.

Enrico Martelloni

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