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Aperte le dimore storiche del Mugello

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Dimore Storiche in Mugello Dimore Storiche in Mugello © nc
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Succede ogni tanto, nel Mugello, che la bellezza si metta in posa. Senza fretta, senza ostentazione, ma con quella grazia sobria e silenziosa che da queste parti è quasi un tratto genetico. Domenica 25 maggio, in occasione della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche Italiane, anche il nostro territorio si fa trovare pronto – con porte spalancate, giardini che profumano di memoria e mura che raccontano più di quanto mille libri potrebbero fare.

Ed è un’occasione preziosa, per chi ci vive e per chi viene da fuori. Un tuffo dentro un’Italia che resiste, che custodisce, che non dimentica. In un’epoca in cui tutto corre e si scrolla via, fermarsi a camminare tra i saloni affrescati di una villa, o sedersi su una panchina all’ombra di un cedro centenario, può valere quanto un colpo fortunato su 20bet Italy online. Con la differenza che qui la vincita è certa: è fatta di stupore.

Luoghi che raccontano il Mugello

Il cuore della giornata sarà pulsante nei cinque scrigni che apriranno i loro portoni al pubblico gratuitamente. Ciascuno con un’anima diversa, ma tutti legati da un filo invisibile: la storia che si intreccia con l’identità, la memoria che si fa paesaggio. 

Il Castello di Barberino di Mugello, ad esempio, non è soltanto una fortezza: è un frammento di Medioevo sopravvissuto al tempo, tra torri che sembrano aver ascoltato ogni segreto del bosco circostante. Salire lassù è come scivolare in un’altra epoca, con le pietre che scricchiolano sotto i passi e il vento che racconta.

Poi c’è il Parco Mediceo di Pratolino. Qui la natura non è un semplice contorno, ma parte della scenografia. Il Gigante dell’Appennino, scolpito da Giambologna, osserva tutto da secoli con il suo sguardo muto e possente. Un colosso di pietra e muschio che pare vegliare su chi arriva in cerca di meraviglia.

La Villa di Bivigliano, immersa nel verde e nella quiete, apre anch’essa le sue stanze, offrendo un rifugio dalla frenesia del mondo. È uno di quei posti in cui ogni dettaglio – dal pavimento scricchiolante alle porte dipinte – ti sussurra qualcosa all’orecchio, se solo hai la pazienza di ascoltare.

Non manca il respiro spirituale, grazie al Convento e Santuario di Montesenario, dove anche chi non crede si ritrova a camminare più piano, quasi in punta di piedi. È un luogo che spinge lo sguardo all’interno, e lo fa senza parole. Basta l’odore dell’incenso, il silenzio che vibra tra i corridoi, la vista che si perde tra le colline.

Infine, il Parco di Villa Corsini Le Mozzete, a Scarperia e San Piero. Un altro angolo sospeso, dove l’arte incontra il verde e l’eleganza non grida mai, ma si fa notare. Lì, tra siepi perfette e fontane dimenticate, pare di incontrare ancora le voci dei bambini che correvano, dei giardinieri che tagliavano con cura le rose, degli ospiti illustri che venivano da Firenze per respirare un po’ di Mugello.

Una rete che tiene in piedi l’identità

A livello nazionale, sono oltre 500 le dimore coinvolte in questa giornata, di cui ben 112 in Toscana. Il dato parla chiaro: il patrimonio storico privato non è una reliquia polverosa, ma una struttura viva e dinamica, con un valore anche economico e occupazionale. Giacomo di Thiene, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, lo ha ricordato bene: “È il più grande museo diffuso d’Italia”.

E nel Mugello, questo museo diffuso diventa racconto collettivo. Ogni villa, ogni castello, ogni convento è un capitolo. Non scritto da intellettuali in giacca e cravatta, ma da generazioni di contadini, custodi, nobildonne dimenticate, bambini in bicicletta. È la nostra storia, insomma. Che non sta nei manuali scolastici, ma nei cortili pieni di ortensie e nelle cucine con il camino annerito.