Ambulanza in emergenza © VisualHunt
- comunicazione di servizio: l’argomento trattato, pur riguardando episodi di insicurezza, non è una fake news -
Fra le tante e quotidiane notizie di cronaca nera che pongono Firenze sempre più in alto nella triste classifica delle città meno sicure d’Italia, nei giorni scorsi ha fatto scalpore l’aggressione al personale di un’ambulanza e di un’auto medica intervenute in viale Malta per soccorrere un accoltellato.
Secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione, nella notte tra mercoledì e giovedì, durante un intervento i sanitari di un’ambulanza sono stati aggrediti da un 33enne straniero, ferito da arma da taglio alla schiena.
L’uomo, in evidente stato di alterazione, ha raccontato di essere stato attaccato da un gruppo armato di coltelli. Dopo vari rifiuti, è stato comunque caricato a bordo del mezzo. Qui ha subito dato in escandescenze: chiedeva di essere portato via perché temeva che i suoi aggressori si trovassero ancora in zona; ha poi minacciato il personale sanitario con un bastone, aggredendolo verbalmente e rifiutando le cure.
Nel frattempo è arrivata anche un’auto medica. Alla richiesta del medico di visitarlo, il 33enne si è agitato ulteriormente, invocando l’intervento delle forze dell’ordine e tentando più volte di colpire i sanitari. Uscito dall’ambulanza, ha scatenato il panico: a pugni ha danneggiato il portellone posteriore dell’ambulanza e ha lanciato sassi contro l’auto medica, spaccando parabrezza e specchietto destro.
I sanitari, sotto choc, si sono barricati nei mezzi in attesa della polizia. Due volanti sono giunte sul posto, ma anche per gli agenti è stato difficile bloccarlo e ricondurlo a forza all’interno del mezzo. Il medico è riuscito a visitarlo e a tentare la sedazione, che però non ha avuto l’effetto sperato: l’uomo è stato quindi ammanettato alla barella e trasportato in codice giallo al pronto soccorso di Santa Maria Nuova, dove ha nuovamente aggredito il personale sanitario.
Fortunatamente per l’equipe della Misericordia non c’è stato bisogno di cure, ma la paura è stata tanta.
Sabrina (nome di fantasia), una dei sanitari a bordo dell’auto medica, racconta ancora sotto choc:
“Purtroppo siamo abituati a tutto, ma essere presi a sassate da una persona che tentavamo di aiutare è stato davvero troppo.
Confesso che a caldo ho pensato di cambiare lavoro. Non si può uscire di casa per andare a salvare vite e rischiare la nostra.
Questa volta ci ha salvato la prontezza di riflessi e l’agilità nel balzare dentro al mezzo, perché poteva finire davvero male.
La nostra prima premura è stata garantire la sicurezza del personale volontario. Noi siamo professionisti che hanno scelto un mestiere difficile, ma i volontari, spesso giovani e giovanissimi che scelgono di aiutare il prossimo, non devono rischiare così tanto.”
E aggiunge:
“Purtroppo questi episodi sono sempre più frequenti. Non molto tempo fa, intervenuta per sedare una rissa all’Arco di San Pierino, ho dovuto mettere l’auto medica di traverso all’area pedonale per salvaguardare i tanti giovani che erano lì in piazza solo per divertirsi.”


