L'architetto Claudio Cantella © Facebook
In esclusiva per Ok!Firenze pubblichiamo il ricordo dell'archistar Richard Rogers dell'amico e collega Claudio Cantella siciliano di nascita ma da anni residente a Pontassieve.
Alcuni non sanno che il famoso progetto di valorizzazione delle sponde dell'Arno in città, rispolverato dopo anni di oblio da Dario Nardella nel corso dell'ultima campagna ufficiale fu pensato e progettato proprio da Claudio Cantella (misteriosamente estromesso dall'attuale amministrazione come autore del progetto) che coinvolse poi il famoso collega britannico nell'idea.
"Avevo conosciuto Richard Rogers nel 1981 a Venezia dove c’eravamo incontrati, dopo averlo contattato a Londra, per presentargli il progetto di recupero del fiume Arno a cui stavo da tempo lavorando.
Mi aveva dato appuntamento all’hotel Cipriani sull’isola del Giudecca, dove alloggiava insieme alla moglie Ruth.
Non mi fu difficile convincerlo di venire a Firenze. Era nato lì, mi disse, e portava un amore innato per quella città.
Faticò sicuramente più lui a convincere i suoi soci dell’epoca [Richard Rogers + Partners ltd] a intraprendere un progetto di approfondimento sul fiume Arno nel tratto cittadino, in quanto avremmo dovuto farlo con mezzi propri senza nessuno che lo finanziasse.
Ma, ripeto, era troppo innamorato della sua città natale per farsi sfuggire quella che lui stesso definiva una grande opportunità. E io ero troppo giovane per portare avanti questo progetto da solo e, pensai, che avrei avuto ostacoli da parte di tutti perché Firenze è sempre stata una città “difficile”!
La presenza di Rogers accanto a me fortificava l’idea di recupero del fiume. Avrebbero dovuto dire “no” a lui e non soltanto a un giovane architetto che non era legato a nessuna parrocchia e alcun carro.
Iniziò così questo percorso non facile che vide assieme, per la prima volta in questa città, un architetto fiorentino di nascita ma straniero e un architetto non fiorentino lavorare insieme su un tema cogente che mai nessuno aveva precedentemente affrontato a parte qualche studio episodico di Giovanni Michelucci.
Il nostro sodalizio in questo progetto è durato per alcuni decenni con numerosi progetti presentati a diverse successive amministrazioni comunali e sarebbe stato interrotto, per la prima volta, dall’attuale amministrazione di Palazzo Vecchio, violando non soltanto la proprietà intellettuale che è inalienabile ma estromettendomi da un progetto firmato da Rogers e da me, sempre congiuntamente.
Oggi pensando a lui posso dire che il mio ricordo più profondo è legato al suo modo di lavorare: ascoltava sempre tutti prima di giungere a una soluzione. E la decisione progettuale che ne derivava altro non era che il frutto di una sapiente e valida regia.
Ecco come ricorderò sempre Richard Rogers: un grande regista della progettazione.
Ed è per questo motivo che non mi avrebbe mai escluso dal team di progettazione del fiume. Ero l’unico, assieme a lui, ad aver scritto la “sceneggiatura” per il recupero dell’asta fluviale conscio che ne avrei sempre rispettato tutti gli intendimenti che il progetto originario prefigurava."
Claudio Cantella


