OK!Firenze

Il gran caos dell'estate fiorentina

Dopo la partenza tardiva dell'anno scorso causa elezioni amministrative quest'anno c'è la pandemia a far slittare l'Estate Fiorentina. I gestori degli spazi estivi sono osteggiati dai ristoratori? Cerchiamo di capire meglio

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lo spazio estivo de La Toraia sul lungarno del Tempio lo spazio estivo de La Toraia sul lungarno del Tempio © La Toraia
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Se lo scorso anno furono le elezioni amministrative a ritardare la partenza dell'estate fiorentina quest'anno è stata la pandemia a bloccare tutto. Anzi è il comune a detta dei gestori dei locali a fermarli sulla linea di partenza.

L'Estate Fiorentina 2020 è al momento cristallizata. Noi di Ok!Firenze un giro sul lungarno lo abbiamo fatto e francamente tutto è pronto: gli scassi sono stati fatti, gli allacci pure e già ci sono i container...
I gestori, che ogni stagione estiva danno lavoro a centinaia di persone e che fanno stare i fiorentini all'aria aperta con attività culturali di cui tanto abbiamo bisogno dopo la pandemia non ci stanno.
I malumori girano già da una settimana da quando improvviso da Palazzo Vecchio è arrivato lo stop.
"Noi vogliamo aprire e troviamo difficoltà a farlo - racconta Enrico Lagorio patron de La Toraia - Probabilmente il comune è pressato dai ristoratori che forse non sanno che noi siamo un area culturale dove si mangia anche ma si fa intrattenimento gratuito per la popolazione. Purtroppo mancando i turisti a Firenze è complicato andare avanti per tutti e i ristoratori che non ce la fanno trovano in noi il capro espiatorio pensando che gli portiamo via i clienti. Non si può fare una guerra fra poveri."

Nel frattempo è stato costituito un comitato ed è nato un gruppo facebook "Comitato pro apertura spazi culturali estivi Firenze" capitanato dallo stesso Lagorio e dai gestori di Molo e Habana 500.
"Chiediamo all'amministrazione comunale di impegnarsi al massimo in ogni sede per far riaprire gli spazi estivi. Un loro stop apparrebbe una decisione assolutamente non giustificata e contraria agli interessi della cittadinanza fiorentina. Cittadinanza che ha sicuramente, proprio a causa della emergenza coronavirus che fin qui ha dovuto subire, voglia e diritto di usufruire appieno degli spazi creativi all'aperto che sono ormai predisposti da tempo", si legge nella nota diffusa dal comitato.

E' davvero una guerra fra poveri sulle spalle dei fiorentini questa contrapposizione che vede da una parte i gestori degli spazi estivi e dall'altra i ristoratori che fanno pressione per costringerli ad un'estate di chiusura. Chiaro che la questione imbarazzi l'amministrazione coinvolgendo peraltro due assessorati diversi.

"Se davvero fosse confermata, la serrata degli spazi dell'estate fiorentina sarebbe una prova, da parte della politica, del totale dispregio rispetto alla legittima volontà dei cittadini, e della classe imprenditoriale, di finalmente rinascere e tornare ad una normalità per tanto tempo agognata. Non vi sono motivazioni valide per mettere in pericolo centinaia di posti di lavoro, in un ambito all'aperto che, anche alla luce dell'epidemia in corso, appare avere le condizioni migliori per poter fornire ai fiorentini una legittima ed agognata voglia di normalità", dicono ancora i gestori degli spazi che rappresentano a loro dire almeno una quindicina di spazi all'aperto che attendono le decisioni comunali.
Sarebbe davvero grave se non ci fanno aprire. Non ce ne sarebbe motivazioni chiare legate alla sicurezza ma altre. Siamo all'aperto, siamo luoghi molto più sicuri di tanti altri e diamo lavoro, con l'indotto, a centinaia di persone" aggiungono sottovoce.

Dopo i rumors che parlavano addirittura di minacce tra i fronti contrapposti e l'attesa di una decisione a breve dall'Assessore alla cultura Tommaso Sacchi è Enrico Lagorio a farci sapere come potrebbe andare a finire.

" Noi abbiamo iniziato a montare lo spazio sul lungarno poi abbiamo ricevuto una telefonata dalll'Assessorato alla cultura che ci ha detto di sospendere tutto e che ci sarebbe stata una video conferenza con l'Assessore Sacchi che poi ha preso una settimana di tempo per capire la situazione di tutte le aree estive. Però qui le settimane passano e si rischia di arrivare a luglio per una decisione che renderebbe vani tutti gli sforzi economici. Noi come Toraia oggi abbiamo mandato una pec all'Assessorato dando tempo sette giorni per avere risposte. In caso di diniego faremo ricorso"





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