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Firenze la città senza bagni nei parchi

Riceviamo da un lettore questa mail che deve spingere alla riflessione su un problema che pare piccolo ma non lo è.

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il bagno di Villa Favard il bagno di Villa Favard © Marco Panti
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Abbiamo ricevuto in redazione una copia della mail che il signor Marco Panti ha inviato all'amministrazione e ci ha fatto molto riflettere dato che affronta un problema, per alcuni solo un disagio, ma sentito da molti.
Ebbene nel 2020 in una capitale mondale della cultura come Firenze pecchiamo in piccole cosette che fanno la differenza.
Chi di noi non si è trovato ad avere bisogno di un bagno e se è già difficile trovarne disponibili in giro per la città se non con "l'obbligo" di una consumazione in un bar avete provato a cercare la toilette in un parco pubblico?
Ecco allora che la mail del signor Marco merita di essere riprodotta integrale nella speranza che magari amministratori e gestori dei parchi facciano una riflessione.

Sono un cittadino di Firenze, utente del Parco di Villa Favard, a Rovezzano e nell'utilizzo che ne faccio, soprattutto durante la buona stagione, per relax, lettura, ecc., assisto quotidianamente a un problema che assilla e deturpa questo come altri analoghi parchi e grandi giardini della città, e cioè quello della assoluta assenza in essi di toilette pubbliche.

Ovviamente in teoria sul piano burocratico ci viene detto che il bagno pubblico c’è nel parco in questione, ma la realtà è ben diversa. Se davvero un utente del parco ha bisogno di utilizzare un bagno pubblico seppur in assenza di ogni indicazione e cartello può venire a sapere che il gestore del chioschetto-bar presente al suo interno, spesso chiuso, soprattutto la domenica e giorni analoghi, ma anche in altri orari comuni, ha una chiave di accesso ad un locale specifico definibile toilette.
Se però il suddetto utente trova aperto il chioschetto e riesce ad avere la chiave deve poi percorrere circa altri trecento metri di prato, senza vialetto, magari nel fango, se è piovuto, per arrivare alla porta rappresentata nella prima foto, ben chiusa con una catena e un lucchetto (e sorvolo sul tipo di bagno che trova oltre quell’ostile cancello).
Tutto molto complicato e difficile, e anche aleatorio, vista la difficoltà comunque di trovare aperto il chioschetto, e in assenza di ogni indicazione visiva.

Così l’esausto utente del parco, spesso non desideroso di percorrere i trecento metri in andata verso il cancello e altrettanti di ritorno verso il chioschetto per riportare la chiave, soprattutto se magari ha dei bambini con sè, peraltro fuori centro e lontano rispetto alle strutture del parco (giochi, panchine ecc), e in assenza – ripeto - di indicazioni visive, se ha bisogno, lui o chi con lui, di espletare con una certa urgenza le sue normali necessità fisiologiche si adegua a farlo nel limitrofo vialetto coperto da una siepe originariamente decorativa, come ben sotto rappresentato da altre foto.

Oppure il medesimo si apparta fra altre siepi e situazioni simili del parco, tutte con la stessa ricca presenza di escrementi, carta igienica e fazzolettini bianchi. Insomma il disperato utente si adegua al cosiddetto “metodo all’italiana”, e siccome il parco è molto frequentato da bambini, futuri cittadini, essi imparano fin da piccoli, con le loro mamme, alla faccia di ogni tanto esaltata educazione scolastica alla cittadinanza, come si vive e si assolve ai doveri e alle leggi di una comunità civile, nel nostro Paese e nella nostra città, in assenza di niente per farlo civilmente.

Lo stesso avviene in molti altri parchi di Firenze, come ad esempio nel Parco delle Cascine, lungo chilometri, dove è presente un unico bagno a pagamento, aperto in ristretti orari di ufficio, a distanza di chilometri dai punti più estremi del medesimo, e in assenza di qualunque indicazione visiva per raggiungerlo.

Visto quindi quanto sopra esposto mi permetto con la presente di far notare l’importanza, anche educativa, del problema di predisporre nei nostri parchi, a partire da quello di Villa Favard a Rovezzano, adeguate soluzioni, e ben indicate visivamente, di presenza di toilette pubbliche, come avviene in tutte le città estere d’Europa.
Basta fare un banale viaggio turistico Oltralpe per rendersene conto. Città del Nord Europa in cui il senso di legalità e di cittadinanza è non a caso assai più visibilmente radicato che da noi.

Confido che la S.V. vorrà pertanto prendere in esame questa mia richiesta, predisponendo la realizzazione di toilette pubbliche facilmente accessibili a tutti gli utenti nel Parco di Villa Favard, a Rovezzano, e negli altri parchi della nostra città.
La ringrazio fiduciosamente, e La saluto.

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