OK!Firenze

Guerra ibrida e disinformazione: L'impatto della Russia in Italia dall'epoca sovietica a oggi

Un interessante percorso storico che offre un contributo di maggiore conoscenza

Abbonati subito
  • 271
Russia Russia © Ai
Font +:
Stampa Commenta

Pubblichiamo un articolo approfondito e di grande interesse, redatto dal nostro lettore Avvocato Carlo Ferrari, conoscitore delle dinamiche del mondo dell'est. La sua esperienza si rivela cruciale nel districare la complessa rete di informazioni, spesso inaccurata, che circonda l'attuale conflitto bellico. Grazie al suo contributo, possiamo offrire un'analisi più chiara e affidabile delle notizie diffuse dai media televisivi, dalla stampa cartacea e dai social network, disponibili in ogni momento. La guerra, sorprendente e dolorosa, scuote il cuore dell'Europa per motivi ancora oscuri, rendendo difficile formulare un giudizio equilibrato e quindi sensibile a informazioni non veritiere di propaganda. 

Per comprendere cosa sta succedendo in questo periodo in Italia e per comprendere la filosofia sottostante alle manovre di Guerra Ibrida che i russi hanno messo in campo in Italia nel decenni successivi alla fine della seconda guerra mondiale e in particolare negli ultimi due a seguito dell'invasione della Russi in Ucraina,  è utile conoscere  un po' di storia e soprattutto di filosofia delle politiche e delle prassi di penetrazione all'estero della Russia prima e dell'Unione Sovietica poi, almeno a partire dalla fine del XIX secolo, da quando cioè la "Grande Madre Russia"  esercita  una forte pressione propagandistica  verso gli Stati Uniti e l'Europa Occidentale (e a partire dal 1949, verso il blocco NATO), in particolare verso i quattro principali paesi che si affacciano sul lato nord del Mediterraneo, ovvero Spagna, Francia, Italia e Grecia.

Le ragioni storiche che hanno portato la Russia a mantenere una tale postura aggressiva verso i paesi citati, ragioni che non stiamo qua a ripercorrere nel dettaglio per motivi spazio, sono legate all'importante ruolo che la resistenza comunista organizzata e finanziata dall'Unione Sovietica  ha avuto nella Guerra di Liberazione dal dominio tedesco durante la seconda Guerra Mondiale in Francia, Italia e Grecia e nell'opposizione al franchismo e al ritorno della democrazia in Spagna. 

Le conseguenze del sostegno dell'Unione Sovietica ai partiti comunisti dei quattro paesi della sponda nord del Mediterraneo  sono state  partiti comunisti locali molto forti e molto pervasivi della società, soprattutto a livello delle classi intellettuali  medio- alte (Università, Magistratura, alta burocrazia, governi locali, financo a partire dagli anni '70 del secolo scorso, Forze Armate) e più in generale lo sviluppo in quei pase, grazie anche alla martellante propaganda dei mezzi di informazione e associazioni e movimenti  culturali vari finanziati neo decenni scorsi  dal Cremlino, di un sentiment dell'opinione pubblica, se non in toto favorevole all'ideologia comunista e all'imperialismo sovietico, sicuramente avverso agli Stati Uniti, ai valori liberali occidentali, al processo di costruzione e integrazione dell'Europa e al sistema capitalistico e di libero mercato, sentiment vieppiù rafforzato da una chiesa a parole pauperistica  e nei fatti anti-occidentale e anti- capitalista. 

Dal punto di vista strategico-militare  i quattro paesi in questione si affacciano sul Mediterraneo per migliaia di chilometri, e le cui coste sono ricche di golfi, insenature e efficientemente collegate con i distretti industriali dei rispettivi paesi e dove  nel corso dei secoli è  stata costruita una fitta rete di porti e approdi vitali per quei paesi.

Se i tedeschi guardano da sempre a Est e gli austriaci durante l'impero Austro-Ungarico  guardavano a Trieste e al Mar Adriatico come loro sbocco verso il mare, i russi sognano ormai dai tempi di Pietro il Grande il libero accesso al Mediterraneo (di "sciacquare i loro panni nel Mare Egeo",  avrebbe chiosato il Manzoni), di avere  le proprie basi navali  in quel mare e liberarsi dal cappio  dello stretto dei Dardanelli e del Bosforo.
Insomma,  il Mediterraneo è da sempre il "Frutto  Proibito" degli Zar russi prima e dei governanti sovietici poi, e lo è tuttora per gli attuali governanti russi. (Breve annotazione geo - strategica... I russi, da sempre,  a causa della conformazione del loro territorio, sono costretti a mantenere 5 flotte navali, rispettivamente Mare Artico, Mar Baltico, Mar Nero, Mare Caspio e Oceano Pacifico, con feroci diseconomie e pervasive complicazioni logistiche...)

Questo spiega la sempiterna politica russa di aggressione e allo stesso tempo di blandizia verso la Turchia, porta  verso i mari caldi dal Mar Nero, ma anche cancello che ne preclude il libero accesso... qua ci fermiamo perchè il discorso si amplierebbe troppo.
Per comprendere la  vision dei governanti russi dalla quale scaturisce la guerra ibrida attualmente in corso in Italia e che vede la componente propagandistica come uno dei suoi assi principali di forza (assieme alla pressione sulle forze politiche, economiche e sociali del paese, e alle continue minacce e provocazioni che provengono dalle forze aero-navali russe presenti nel Mediterraneo), può essere utile un breve introduzione storica, politica e sociale alla Russia e alle sue operazioni propagandistiche.

Chi ha vissuto in Russia e chi ha studiato la storia della Russia e dell'Unione sovietica (di fatto un continum sin dai tempi dei primi Zar a partire dalla liberazione dal giogo tataro nel XV secolo) sa che Lenin, Stalin e tutta la banda di criminali che hanno governato e governano oggi la Russia non sono altro che la prosecuzione in termini moderni dell'antica oppressione dell'impero degli Zar, della chiesa Ortodossa, delle politiche sociali, militari, culturali imposte dai governanti russi al passivo popolo russo, del servaggio della gleba che legava indissolubilmente il contadino analfabeta al suo padrone e al latifondo dove era nato e cresciuto, del terrore provocato dall'occhiuta polizia segreta zarista OKRANA, della pervasività in tutta la società russa del dominio della nobiltà di corte, della spasmodica ricerca di un upgrade sociale  attraverso la scalata dei  gradi della "Tavola dei Ranghi della Russia imperiale" o tramite l'acquisto di servi della Gleba come ben descritto da Nikolaj Gogol quando tratteggia la storia del furbo Chichikov nel romanzo "Le anime morte", il tutto preceduto e preannunciato  dal giogo del dominio tirannico  dell'"Orda d'oro" dei Tatari a partire dal XIII secolo.

Anche solo limitandosi all'istituzione terrena che più dovrebbe essere di conforto al povero popolo russo martoriato da secoli di tirannia, da sempre e ancora oggi la Chiesa Ortodossa russa e' una forma di sciamanesimo siberiano, addomesticato dal Cristianesimo e riverniciato di porporina e porpora, con una ritualità utilizzata per abbagliare i poveri mugiki abbrutiti dall'oscurità di quelle latitudini e dalla fatica, e che si stordivano ascoltando il pope/sciamano biascicante per ore  litanie in una lingua a loro incomprensibile.
La societa' russa non ha conosciuto né la riforma protestante né la controriforma cattolica, ma e' ancora ferma al Grande Scisma di Oriente che nell'alto medioevo ha definitivamente separato le chiese ortodosse orientali autocefale e quindi essenzialmente nazionali e nazionaliste, dalla Chiesa Cattolica Romana, ecumenica e  universale (Sant'Agostino e i padri della Chiesa, in Oriente non pervenuti).

La Russia è un paese in bilico tra Oriente e Occidente, tra il Baltico che collega la Russia all'Occidente, alla Svezia, alla Germania, alla Gran Bretagna e all'Oceano Atlantico da una parte, e le grandi pianure fredde e ventose della Siberia che sia affacciano, 11 fusi orari dopo, sull'immenso e freddo oceano pacifico. Sono le stesse immense distese senza ostacoli naturali che ricordano costantemente ai governanti russi che le invasioni più pericolose sono quelle venute e che possono venire dall'Oriente, a cominciare dagli Sciti e dai Sarmati, dagli Unni poi, dai Tatari dell'Orda d'oro, dai Mongoli e così via  sino all'umiliante disfatta subita dai russi per mano dei giapponesi a Port Arthur nel 1904  e Tsushima nel 1905.

La Russia così si apre e si chiude al mondo libero come una fisarmonica, come se fatto un passo avanti e non volendo pagare le conseguenze di tale apertura al mondo occidentale in termini di libertà e di trasparenza della società, oplà! rifà due passi indietro e si richiude nel suo guscio fatto di poche certezze, di tanta povertà e di tanto brutale dominio tirannico.
Allora vediamo che dopo Pietro il Grande che costruisce dalle paludi abitate da pescatori finnici la meravigliosa città di Pietroburgo (non a caso la radice del primo nome della città "burg" e' tedesco) e che dopo la Zarina tedesca Caterina II di Russia ci sono i sanguinari e dittatoriali Zar del XVIII e XIX secolo quali Paolo I e Nicola I, poi il riformatore mancato Nicola II e subito dopo, come nemesi di uno Zar fallito, la rivoluzione; dapprima quella borghese di Kerensky del Febbraio 1917 e poi quella bolscevica di Lenin del Novembre 1917. Dopo la sbornia rivoluzionaria, lo stesso Lenin, spaventato dalle conseguenze economiche e sociali della follia rivoluzionaria, proclama la NEP (Nuova Politica Economica), spazzata via a sua volta da Stalin, dal massacro dei Kulaki, degli ucraini e delle altre riottose minoranze etniche, e infine dalle sue purghe... Poi arriva Krusciov e la sua abiura dello stalinismo e del culto della personalità di Stalin, e poi Breznev e la stagnazione, e poi Gorbaciov e la Glasnost, e poi Eltsin, e poi Putin, che anche lui, prima apre e poi chiude... un passo avanti e due indietro... un triste tango sulla pelle dei russi e dei popoli soggiogati all'imperialismo russo.

In tutto questo, menzogna, delazione, falsificazione storica, violenza, "operazioni bagnate" e  "maskirovka",  rimangono eterne costanti del modus operandi del regime zarista/sovietico/ russo attuale.
Sin dai tempi di Caterina II e dei Villaggi Potëmkin (ricostruzioni farlocche di villaggi non esistenti con tanto di figuranti, costruiti temporaneamente dai governatori locali per dare l'impressione agli Zar che venivano in visita nelle province che tutto andasse bene e che fosse in ordine), i governanti della Russia e i loro degni  eredi dell'Unione Sovietica hanno sistematicamente dichiarato il falso e negato il vero.
Il caso più eclatante di tali pratiche di oscuramento della verità e di attribuzione ad altri di responsabilità proprie, fu il massacro dell' Intelligencija polacca con l'esecuzione sommaria di circa 22.000 tra ufficiali, politici, giornalisti, professori e industriali polacchi ad opera dei boia della NKVD nei pressi della foresta di Katyn', vicino al villaggio di Gnëzdovo, a circa 20 km ad ovest della città di Smolensk in Russia, avvenuto tra l'aprile e maggio del 1940, all'indomani della mai ricordata e sempre dimentica invasione russa da Est della Polonia nel 1939, contestuale all'invasione tedesca della Polonia da Ovest a partire dal 1 settembre 1939. La scoperta del massacro fu annunciata dai tedeschi nel 1943, attribuendone correttamente (una volta tanto) la responsabilità ai sovietici, che falsamente indignati montarono una operazione di propaganda accusando i tedeschi dell'orrendo crimine,e solo a partire dagli anni '90 del secolo scorso i russi cominciare ad ammettere la propria responsabilità... oltre 50 anni di bugie, sviamento e mistificazioni della realtà.

A suggello di questa breve excursu, ricordiamo le vigliacche manovre del Cremlino per coprire le responsabilità dei terroristi russi in Donbass che il 17 luglio 2014 abbatterono con un missile terra-aria lanciato da un sistema Buk della 53ª Brigata missili contraerei delle guardie di Kursk e ceduto alle forze secessioniste del Donbass, il Boeing 777-200ER che stava operando il volo della Malaysia Airlines 17 (MH17/MAS17) in servizio fra Amsterdam, nei Paesi Bassi, e Kuala Lumpur, in Malaysia mentre sorvolava la zona orientale dell'Ucraina, con conseguente morte di 298 persone, tra passeggeri e equipaggio. 

Nonostante la sentenza del Tribunale Olandese che nel novembre 2022, ha condannato alla pena dell'ergastolo i tre principali  imputati, i due cittadini russi Igor' Girkin e Sergej Dubinskij e il cittadino ucraino secessionista filorusso Leonid Charčenko per l'omicidio di 298 tra passeggeri e membri dell'equipaggio del volo MH17 e nonostante che  tribunale olandese abbia  anche stabilito che la Russia aveva il controllo delle forze secessioniste che all'epoca combattevano nell'Ucraina orientale, le autorità russse continuano tutt'ora a negare qualsiasi responsabilità al riguardo e anzi sostengono che l'autore dell'abbattimento fu un fantomatico MIG delle forze aeree ucraine.

Nessuna meraviglia che i governanti di un paese che nega la propria responsabilità in vicende lontane e vicine,  e che hanno una tradizione di menzogne, mezze verità e di falsificazione sistematica dei fatti, continuino a insufflare nei paesi target, e in particolare in Italia, ventre molle dell'Europa per usare le profetiche parole di Churchill  durante la Seconda Guerra Mondiale, tramite i loro agenti più o meno consapevoli (gli "Utili idioti" come li definiva Lenin) il veleno della disinformazione, del travisamento dei fatti e dell'utilizzo strumentale e abusivo delle libertà di esprimersi e di operare che noi occidentali diamo loro, ingenuamente.

Avv. Carlo Ferrari

Lascia un commento
stai rispondendo a