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I costi "pazzi" per misurare i cattivi odori a Calenzano

La denuncia di Sinistra per Calenzano.

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La denuncia La denuncia © ufficio stampa
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In questi giorni sono stati pubblicati i risultati delle indagini effettuate dal Comune sul problema delle maleodoranze e dell'inquinamento dell'aria sul territorio, e in particolare a Settimello, attraverso cinque specifici progetti.
Sono stati ricercati i parametri PM10, PM2.5, NO2, benzene, etilbenzene, toluene ed idrocarburi aromatici (nonché effettuato un monitoraggio lichenico) che hanno dato un quadro da risultati molto confortanti sulla qualità dell’aria e del rispetto dei limiti di legge, in tutti i casi molto al di sotto del limite soglia.
Niente è stato invece “scoperto” per le maleodoranze, dichiarando che “il fenomeno non può essere attribuito ad attività standard o ripetute tutti i giorni”.

Da nostra ricerca nell’Albo Pretorio abbiamo rilevato che i progetti di monitoraggio svolti dal 2019 hanno comportato una spesa pari a:
€ 4.900: Progetto Arnia Urbana, per il biomonitoraggio tramite le api;
€ 9.300: Laboratori mobili ARPAT per il rilevamento della qualità dell’aria;
€ 60.000: Collaborazione di ricerca con UniFi con posizionamento di centralina di misurazione della qualità dell’aria.
€ 12.692,88 + 9.135,36 ad integrazione: Biomonitoraggio della qualità dell'aria tramite licheni;
€ 10.000: Collaborazione di ricerca con UniFi finalizzata all’identificazione delle sorgenti emissive di maleodoranze che interessano il Comune, in particolare nella frazione di Settimello.

l costo totale di questi progetti è pari a € 106.028,24.

Dobbiamo evidenziare che ARPAT tutti gli anni pubblica un Annuario dei dati ambientali della Toscana (l’ultimo a novembre 2022), elaborati dalle varie centraline che compongono la Rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria e relativi alle sostanze monitorate.

Questi dati GRATUITI fotografano la medesima situazione ambientale rilevata dai sopra citati progetti finanziati dal Comune.

Da tempo avevamo affermato che incaricare soggetti terzi per ulteriori e costose indagini ambientali non avrebbe risolto il problema, in quanto i risultati non potevano dare un dato differente da quello già elaborato, conosciuto e presentato da ARPAT in numerosi studi e presentazioni di Annuari.

Inoltre, i dati stessi di ricerca di parametri chimici non potevano dare risposta alla problematica olfattiva delle maleodoranze, che infatti persiste senza averne identificato le fonti.

Ormai più di due anni fa, avevamo detto che i disagi derivanti da polveri ed emissioni odorigene non potevano essere ulteriormente procrastinati, e che le ulteriori indagini ed implementazioni - come poi progettate dal Comune - della Rete provinciale non potevano essere la sola soluzione, ma che invece andava affrontato un percorso dinamico e sinergico con gli strumenti e dati fin qui disponibili, prevedendo delle azioni che potessero dare delle risposte con tempi più immediati.

Per questo proponevamo anche l’attivazione di:

-        un presidio fisso di ARPAT prontamente operativo già alle prime segnalazioni odorigene e di diffusione di polveri, che potesse arrivare tempestivamente alla sorgente e mettere in atto i conseguenti controlli ambientali;

-        un progetto per la piantumazione di alberi nella zona di Settimello interessata dalla problematica, sia su aree pubbliche che su aree di frangia di Società Autostrade, al fine creare un filtro e delle barriere a verde per l’abbattimento delle polveri.

Le indagini fatte confermano purtroppo le nostre tesi inascoltate, e dispiace che importanti e considerevoli risorse economiche siano state spese per avere dei risultati già conosciuti e divulgati annualmente e gratuitamente da ARPAT: tali fondi potevano essere ragionevolmente destinati una progettualità più operativa, anche di carattere ispettivo.

 

Di fatto, per quanto riguarda l’eliminazione della problematica delle maleodoranze a Settimello, purtroppo siamo ancora all’anno zero.

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