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Il circuito di Monza, i campioni e il dimenticato Emilio Materassi (1894-1928)

Il campione mugellano proprio qui a Monza ebbe un incidente mortale

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Foto 1 Foto 1 © Archivio Aldo Giovannini
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Siamo rimasti  molto sorpresi, e un pò amareggiati, ieri (domenica 11 settembre 2022), leggendo un fascicolo di un quotidiano fiorentino, dedicato ai 100 anni del Circuito di Monza, con la storia dei grandi piloti, da  Bordino ad Ascari, da Brilli Peri a  Masetti, DA Nuvolari e Pintacuda, da Moss a Fangio,  da Lauda a Berger  fino a piloti dei nostri tempi. Nella bolgia di  nomi che hanno fatto la storia dell’automobilismo, manca però Emilio Materassi, il grande campione mugellano, che si dice il destino morì durante il Gran Premio di Monza  la domenica del 9 settembre del 1928, alla guida della sua Talbot. 

Materassi – e la storia non si cancella – non era un pilota di terza fila; tutt’altro. Il suo curricula è impreziosito da tante vittorie ed altrettanti piazzamenti e se fra il 1920 e il 1924, vinse diverse gare di seconda categoria, nel 1925 fu primo  alla Coppa Savio a Ravenna; secondo a Perugia nella Coppa Perugina, dietro a Brilli Peri; vittoria al Circuito del Mugello; vittoria  al Gran Premio di Montenero a Livorno; trionfo nella Coppa Collina a Pisatolia;  secondo dopo Masetti al Gran Premio Reale a Roma.

1926: Vince a Perugia, polverizza il record della Coppa Montenero, batte Maserati e Clerici alla Coppa Florio, grande vittoria al Gran Premio di Spagna. Anche il 1927 fu foriero di vittorie e di allori; vince il Gran Premio di Tripoli,  vince la Coppa Perugina davanti a Tazio Nuvolari, primo alla Coppa Ciano e alla Coppa Montenero, primo al Gram Premio Città di Bologna,  fa il vuoto alla Targa Florio, secondo dietro Masetti al Gran Premio di Roma, grande vittoria in Spagna nel Gran Premio di San Sebastian, terminando la stagione agonistica con il titolo di campione italiano.

 Nel 1928, nel funesto anno della sua morte a Monza, Emilio Materassi dopo aver acquistato quattro “Talbot” per la somma di 90.000 lire (si proprio novantamila lire!) e una volta rielaborate da lui stesso, vince il Gran Premio di Tripoli, il Gran Premio di Parigi, il Circuito del Mugello, la Coppa della Consuma, la Coppa Montenero, la Coppa Ciano, il Gran Premio Città di Cremona, ed è dietro a Chiron nel Gran Premio di Roma.

Poi la grande attesa  per il campionato d’Europa a Monza, la domenica del 9 settembre 1928. Sono al nastro di partenza i migliori campioni: da Brilli Peri a Chiron, da Varzi a Williams, da Borzacchini a Maggi, da Nuvolari a Masetti, da Maserati a Spinozzi e tanti altri ancora. Dopo la partenza Materassi è in testa  con la sua magnifica Talbot, ma alcuni guasti meccanici lo relegano nelle posizioni intermedie.

Quando la macchina risponde in pieno il pilota mugellano la spinge alla massima velocità ma al 17 giro ( come si fa a non credere alla cabala!)  mentre stava rimontando posizioni su posizioni  perso il controllo della vettura e piombò in mezzo alla folla; un massacro; moriroino il pilota, 22 persone e 45 feriti. Terminò a Monza nel tempio sacro dell’automobilismo mondiale, la vita del grande campione mugellano, ricordato con una statua in bronzo dello scultore Mario Ferretti nel bivio di San Piero a Sieve e Scarperia, dove era la partenza del Circuito del Mugello e una curva, la “Curva Materassi” all’Autodromo Internazionale del Mugello. Riposa nel cimitero della Confraternita di Misericordia di Borgo San Lorenzo,  dove una vecchia corona d’alloro ricorda le sua gesta. Materassi non è stato ricordato. Pace, lo facciamo noi.

Foto 1: 1925 - Emilio Materassi  sulla “Talbot 1500” vincitore del Circuito del Mugello 

Foto 2. 1926 – Dopo la vittoria al Circuito di Montenero

Foto 3- 1927 -  Prima della partenza del Gran Premio di Spagna; a sinistra Materassi,  Conelli e Dubonnet.

Foto 4: 1928 – La Talbot di Emilio Materassi dopo l’incidente nel Gran Premio d’Italia Monza. 

Foto 5: 1928 – Un documento eccezionale. Una lettera premonitrice della signora Norma Parolai moglie di Emilio Materassi ad una sua nipote di Borgo San Lorenzo. 

 

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