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Il comportamento violento

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Il comportamento violento Il comportamento violento © n.c.
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Ogni essere imposta una condotta di comportamento con cui condurre una propria esistenza. Questo modo di determinare le azioni è relativo alle caratteristiche di personalità, ossia all’insieme di orientamenti e comportamenti utilizzati allo scopo di comprendere e reagire la realtà di vita. Accade in questo modo che si sviluppino temperamenti con connotazioni improntate verso una reattività assente, attiva, riflessiva, aggressiva o qualunque altro orientamento tra i possibili. In questo modo viene a distinguersi la propria personale caratteristica di comportamento. Qualunque sia il modo reattivo che si mette in atto, esso non è mai dovuto al caso o soltanto al tipo di problema reale da affrontare, bensì al modo personale di fronteggiare la problematica a cui far fronte con gli strumenti di cui si dispone. L’aggressività è uno dei modi possibili e come ogni altro, parla di chi lo abbia preferito agli altri in quel certo momento dell’esistenza, nel senso che esprime caratteristiche proprie di chi lo utilizzi in modo ricorrente, se non sistematico. Nasce in questo modo l’uso di un tratto di personalità. Ciò detto, deve essere chiaro che l’aggressività, qualunque sia la causa della sua espressione comportamentale, esprime la conseguenza di un’emozione di rabbia, dovuta alla percezione della propria inefficacia, reale o presunta che sia. Da cui, qualunque sia il motivo contingente, l’aggressivo abituale sente messo in pericolo il suo equilibrio; egli sente il consumarsi di una sconfitta in corso che ha fatto maturare un perenne senso di rivalsa verso chiunque con cui entri in contatto. Questo continuo senso di disfatta intima, lo porta a reagire in modo che ogni diverbio tra lui ed il mondo venga sedato dall’impeto della sua ira, dovuta al terrore che prova all’idea di non esistere. Di non valere abbastanza per nessuno, qualunque sia la sua vita. In sostanza potremmo dire che la sua costante rabbia anticipa sempre la sconfitta che egli vive dentro e che tenta inutilmente di prevenire. Ma come si argina questa condizione? La psicoterapia non può essere in questo caso rivolta alla semplice riduzione del problema da un punto di vista della consapevolezza raggiunta, oppure del sedare l’esposizione del comportamento aggressivo, ma soprattutto ad attenuare la sconfitta che l’individuo avverte in sé ed è ad essa che l’individuo reagisce tutti i giorni della vita. Deve essere placata non solo la sua rabbia in modo diretto, ma soprattutto il motivo (sempre affettivo) che l’ha generata.

 

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