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La frana dimenticata di viale Poggi avanza

Dopo 7 anni di abbandono il cantiere fantasma cede.

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La frana sul viale Poggi La frana sul viale Poggi © Ok!News24
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Più volte abbiamo parlato del cantiere fantasma del viale Poggi.
Lo stesso che durante l'estate del 2021 fu tirato in ballo dall'Assessore Stefano Giorgetti che giustificò l'inversione di senso di marcia del viale proprio per il cantiere (che era lì già da sei anni quando) invece celava la manifesta ma mai confermata volontà di favorire il nascente locale  del viale che tanto poi avrebbe fatto infuriare i residenti della zona togliendo loro il diritto al sonno.

Era ottobre del 2021 quando finalmente il viale Poggi tornò al senso unico "tradizionale" ovvero da Piazzale Michelangelo a scendere (leggi qui) e in quell'occasione si ribadì che la soluzione ottimale sarebbe stato il ritorno al doppio senso tradizionale, quello che non era possibile ripristinare "a causa del cantiere".

Peccato però, e lo ribadiamo che quello non sia mai stato un cantiere; lì mai c'è stato a lavorare nemmeno un operaio!
Era solo forse un "puntellamento" per celare una piccola frana lasciata abbandonata. Una frana pericolosa lasciata senza interventi per anni ed era quindi abbastanza scontato che prima o poi si sarebbe allargata la ferita nel crinale del piazzale più bello del mondo.

E così è successo.
Tutto nelle ultime notti del 2022  quando una serie di pietre anche di grosse dimensioni è rotolato giù staccandosi dal pendio franoso e portando sul marciapiede terra, pietre e detriti e lasciando ben visibile una ferita nella terra che oggi si fa sempre più fragile e davvero preoccupante.
Ma nessuna ancora interviene. Un sopralluogo di tecnici ed esperti ci hanno raccontato e niente più.
 

Forse mancano i soldi per l'intervento? Possibile ma più facile credere che di quel cantiere e di quella frana ci si sia semplicemente dimenticati per molti, troppi anni.
Del resto lo straordinario sistema di terrazzamenti e fontane volute da Giuseppe Poggi serviva oltre che per donare bellezza a garantire la stabilità di una collina che tutti sanno essere in movimento da secoli.



 

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