Traffico © Musa Haef per Unsplash
Molti lo temevano, ma il Comune aveva garantito che tutto sarebbe filato liscio e che questi nuovi cantieri non avrebbero aggravato il già collaudato caos del traffico fiorentino.
Purtroppo, ancora una volta, avevano ragione i fiorentini.
Quelli veri, quelli che la città la vivono ogni giorno lungo le sue direttrici. Non la Firenze immaginaria di chi la amministra, evidentemente chiuso in ufficio in una realtà parallela.
Nel giorno in cui i consiglieri d’opposizione hanno consegnato ironicamente all’assessore Andrea Giorgio nel corso del consiglio comunale un Oscar come miglior regista della smobilità, una nuova perla si aggiunge alla collana dei suoi capolavori.
Il caos è arrivato puntuale tra Porta al Prato e la stazione di Santa Maria Novella, a causa dei lavori necessari per la tramvia – l’infrastruttura rivoluzionaria su rotaia che doveva salvare Firenze, ma che, dopo pochi anni, ha già bisogno di interventi urgenti.
Turisti con valigioni, fiorentini diretti al lavoro o all’ospedale a trovare un parente, tagliati fuori tra due fermate e abbandonati nel nulla, con poche informazioni e segnaletica più che confusionaria.
Gli autobus sostitutivi ci sono, sì, ma come prevedibile non bastano a contenere le centinaia di persone che ogni giorno scendono dal treno urbano.
Sulla carta passano ogni sei minuti; nella realtà, col traffico generato dai cantieri stessi, si trasformano in attese bibliche.
"È stato solo un caso, era il primo giorno", ci dicono. Peccato che il secondo sia andato persino peggio del primo.
D'altronde, chi programma lavori in estate partendo dall’assunto che i fiorentini siano tutti in ferie dovrebbe aggiornare il calendario: siamo nel 2025, non nel 1999.
E così, un’altra pedina si muove sullo scacchiere del traffico fiorentino. E il caos cresce.
Dopo l’Oscar, all’assessore manca solo il Guinness World Record: è riuscito a far infuriare tutti e a collezionare, in un solo anno, ben tre richieste di dimissioni.
Un capolavoro di (dis)organizzazione urbana.


