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Legambiente e Scudo Verde, “Tempi troppo lunghi fino al 2025: basterebbero sei mesi per il monitoraggio”

Per Legambiente serve contrastare l’inquinamento ambientale con misure urgenti: “basta scuse e procrastinazioni”.

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nasce lo scudo verde a Firenze nasce lo scudo verde a Firenze © OKNews24
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Nardella ha ribadito che nei prossimi mesi scatterà la prima fase dello Scudo verde che non prevede alcun pedaggio: sarà soltanto di monitoraggio dei flussi dei veicoli in ingresso e uscita dalla città di Firenze.
Un monitoraggio che consentirà l’individuazione delle tipologie dei veicoli e del loro contributo all’inquinamento.
La seconda fase entrerà in funzione non prima del 2025 con modalità ancora da decidere e andrà di pari passo con la realizzazione di tutti i vari capitoli del Piano Urbano mobilità sostenibile come trasporto pubblico, tramvie, parcheggi scambiatori, potenziamento del trasporto ferroviario.

“È corretto ragionare di traffico e qualità dell’aria in ambito metropolitano e non strettamente comunale, anche per l’efficacia stessa dei provvedimenti. Però la realizzazione delle infrastrutture per la mobilità sostenibile non deve essere una scusa per procrastinare interventi urgenti per la salute della cittadinanza, per l’ambiente e per il clima,“ dichiara Lorenzo Cecchi, presidente Legambiente Firenze.

La data prescelta per l’entrata in funzione dello scudo verde è il 2025, una scadenza a rischio di slittamento ulteriore poiché legata alla realizzazione di opere tra cui la rete tranviaria.

“Non si può aspettare di completare la rete dei trasporti pubblici per iniziare ad attuare gradualmente politiche di road pricing (pagamento del pedaggio) come quelle già in essere in diverse città europee,” conclude Cecchi. “Occorre partire al più presto attuando concretamente divieti sulla circolazione di veicoli da euro 0 a euro 3, che sono in parte già in vigore.” 

Infine, l’inquinamento dell’aria a Firenze è un tema che deve essere centrale in questo dibattito. “Ricordo che siamo sotto procedura d’infrazione comunitaria per la qualità dell’aria e se i comuni dell’hinterland hanno davvero a cuore la salute della cittadinanza è necessario che attuino nei propri territori politiche analoghe di limitazione del traffico più inquinante e sviluppo della mobilità sostenibile. Serve un’azione congiunta dei comuni invece di limitarsi a richiedere l’ennesimo rinvio sullo scudo verde.”

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