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Restauro della Loggia del Bigallo, il cantiere chiude con tre anni di ritardo ma non paga nessuna penale.

"Il Comune mercifica l’arte ma ne beneficiano i privati." l'accusa del capogruppo M5S in Palazzo Vecchio Roberto De Blasi.

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Lavori eterni alla loggia del Bigallo Lavori eterni alla loggia del Bigallo © Street View
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Quanto vale trasformare un cantiere, posto in uno dei luoghi più ricchi di storia e costume popolare quale il Duomo a Firenze, in una vetrina a cielo aperto?

Lo ha chiesto all’assessora al welfare Funaro il consigliere Roberto De Blasi che si è sentito rispondere a proposito della Real Media S.r.l. l’agenzia pubblicitaria che si è aggiudicata il restauro della Loggia del Bigallo, che da tre anni incassa i contratti milionari dei grandi marchi della moda, senza pagare il suolo pubblico al Comune di Firenze, in cambio di una piccola royalty all’Istituto Montedomini.

Un accordo abbastanza singolare alla luce di quella che in una “ristrutturazione generosa” da parte della società fiorentina di advertising si è trasformata in un conflitto d’interessi per la medesima società, che da tre anni beneficia degli introiti milionari dei grandi marchi, ma di chiudere il cantiere non se parla.

Tre anni di ritardo e nessuna penale applicata, ma quello che più colpisce è la curiosa modalità di convenzione tra istituzioni e privati in merito alla gestione del patrimonio pubblico: “Ancora una volta siamo di fronte a un paradosso tutto fiorentino” tuona Roberto De Blasi, capogruppo in Palazzo Vecchio del Movimento Cinque Stelle, che rivendica serietà e trasparenza in merito alla questione: “Negli ultimi tempi Firenze appare sempre più una città vetrina in vendita al miglior offerente. Dopo la svendita di palazzi e dimore storiche ai grandi brand per finalità turistico-ricettive, anche i monumenti sono usati per motivi commerciali, senza alcuna tutela da parte di chi dovrebbe invece difendere l’arte dalla mercificazione”.

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