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Mille ristoranti in più a Firenze negli ultimi dieci anni? Un dato drammatico

Tni Italia: "Chiediamo il blocco delle licenze nelle periferie, dove i locali sono tutti in vendita. Pronta una proposta di legge nazionale”

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troppi ristoranti? troppi ristoranti? © Ok!News24
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"Mille ristoranti in più a Firenze negli ultimi dieci anni? Non è affatto un dato positivo, ma drammatico", afferma Raffaele Madeo, presidente di TNI Ristoratori Italia, in risposta ai dati della Camera di commercio recentemente diffusi dalla stampa locale.
"Questo dato evidenzia le attività "apri e chiudi", quelle che aprono e chiudono nel giro di 24 mesi: il primo anno l'imprenditore non paga tasse, quindi è incentivato ad aprire l'attività, ma il secondo anno non ce la fa e chiude". 

"Come abbiamo più volte denunciato - prosegue Madeo - le attività di ristorazione nella periferia di Firenze sono tutte in vendita.
Nel centro storico resistono grazie ai turisti, ma se per qualche motivo, come una nuova pandemia, i turisti non arrivano più, anche quelle imprese saranno messe in vendita".

"Quello che chiediamo, quindi, è di tornare a regolamentare l'attività di ristorazione come in passato, con licenze e requisiti, in modo che possano aprire bar, pizzerie, ristoranti o gelaterie solo coloro che hanno i titoli e la formazione adeguata. Su questo, abbiamo messo a punto una proposta di legge nazionale, che presenteremo a breve, sul blocco delle licenze, a tutela delle imprese, ma soprattutto dei consumatori". 

"Apprezziamo il fatto, comunque, che finalmente si inizi a parlare dello stop a nuove aperture, anche in periferia, e non solo nell'area Unesco, e mi riferisco alla candidata a sindaco per il centro sinistra.
Tuttavia, Funaro ha citato due esempi, Borgo la Croce e via Gioberti, che non rappresentano una "vera" periferia, ma sono due strade ambitissime, dove anche un calzolaio o un alimentari avranno un'ottima uscita nel caso decidano di vendere.
Non è così, ad esempio, all'Isolotto o a Peretola, dove non c'è richiesta. Ed è proprio in quelle zone più critiche che il Comune dovrebbe intervenire per dare respiro alle attività allo stremo".
"L'ultima mazzata
- conclude - è l'aumento della Tari, insostenibile per le imprese, che non possono essere trattate come arance da spremere".

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