Un particolare della perdita d'acqua dalla Rampe © Ok!News24
L’amministrazione comunale di Firenze annuncia con orgoglio la sua rinnovata attenzione per le Rampe del Poggi.
Dopo l’intervento dello scorso maggio su vasche e grotte, ora tocca a un altro cantiere, previsto tra ottobre e novembre, che dovrebbe durare due mesi.
Il progetto, approvato in giunta dall’assessore alla cultura Giovanni Bettarini, prevede “pistonaggio, pulizia e manutenzione delle pompe e dei pozzi” per un totale di 148mila euro.
In pratica, un intervento straordinario per garantire il funzionamento del sistema idrico inaugurato nel 2019: sei anni e già servono lavori in profondità — letteralmente, visto che si parla di pompe a 110 metri sotto terra e di una cisterna da 27mila litri che alimenta tutto l’impianto.
“Curiamo le Rampe del Poggi con una nuova manutenzione, senza mai interromperne il passaggio” ha dichiarato l’assessore Bettarini, ringraziando Belle Arti e Palazzo Vecchio per la programmazione. Insomma, tutto sotto controllo.
Peccato che i residenti raccontino un’altra storia: quella di un monumento Unesco sempre più trascurato, percorso abusivamente da risciò e golf car che scendono dal Piazzale Michelangelo come se fosse la corsia preferenziale di un autogrill.
Le catene che dovrebbero difendere l’area?
Tagliate o divelte, così qualcuno che lavora in piazza Poggi può pure parcheggiare in comodità e quando i cittadini chiamano la Polizia Municipale, la risposta è sempre la stessa: “interverremo”. Peccato che poi non succeda mai.
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E mentre si stanziano 148mila euro per una manutenzione straordinaria, la manutenzione ordinaria resta un optional.
Pozzetti otturati da foglie e sporcizia, acqua che fuoriesce dalle vasche, irrigazione rotta da chi taglia l’erba senza guardare.
A rimediare, spesso, ci pensano solo i fiorentini veri, quelli che ancora amano la città al punto da sporcarsi le mani — letteralmente — per ripulire a mano ciò che il Comune dimentica.
Oggi le foto mostrano chiaramente infiltrazioni potenzialmente dannose per il monumento. L’amministrazione, invece, preferisce raccontare (e spendere) per la “programmazione straordinaria”.
Che sia davvero la volta buona?
O resteremo ancora una volta al solito copione: straordinari costosissimi per nascondere l’ordinario che manca?


