Referendum istituzionale. Dai Popolari Toscani un Comitato per il No © n.c.
“Con orgoglio ed umiltà ci sentiamo eredi di quei grandi padri costituenti che hanno portato avanti, con il dialogo ed il confronto e non con colpi di mano maggioritari, i valori della politica popolare, centrista e della cultura laica di ispirazione cristiana”. Inizia così la nota dei Popolari Toscani Europei. Ecco il resto:
“E' per questo ed altri motivi – afferma in una nota Franco Banchi – che il Movimento dei Popolari Toscani Europei (PTE) – ha deciso di dar vita ad un proprio COMITATO PER IL NO”. “Non è nostra intenzione vivere il referendum come un duello rusticano tra renziani ed anti-renziani. Il giochino del 'dopo di me il diluvio' -prosegue Banchi – è tipico di chi vuole spostare il tiro dai contenuti al piano personalistico. La Costituzione è qualcosa di più di un tentato plebiscito sull'uno o l'altro dei leader di turno. Si tratta di una costruzione su cui si fonda l'architettura di uno Stato. E' qualcosa di troppo serio e 'storico' per essere inserito nel tritacarne della bassa cucina politica”. Banchi, Presidente del PTE, sottolinea i punti che stanno a cuore al suo movimento: “governabilità da conciliare con il legittimo pluralismo:una cosa è il premio di coalizione, altra cosa,ben diversa, è il regalo immotivato e sproporzionato al primo partito; no al monopolio assoluto dei 'nominati' in mano alle segreterie dei partiti, che ha come unica alternativa democratica la possibilità di scegliere direttamente non solo la lista,ma anche gli eletti; no ad un Senato scelto dalle nomenclature partitiche regionali, sì ad Senato diversificato rispetto alla Camera,ma sempre autorevole e scelto dal corpo elettorale e non da 'grandi elettori'. Soprattutto, no alla latente filosofia che accompagna questa riforma ovvero lo sbilanciamento di potere verso l'esecutivo, che va a minare dalle fondamenta la concezione garantistica del bilanciamento dei tre poteri”. Banchi conclude il suo intervento con una riflessione sul metodo che porterà avanti il PTE:”Noi non crediamo a comitati per il no che assomiglino ad omnibus. Ben venga la formazione di un fronte ampio e trasversale che si oppone a questa riforma, visto che, alla fine, i voti si conteranno. Preferiamo però marcare la nostra posizione specifica, basata più sui contenuti che sugli schieramenti. A noi interessa molto parlare a quell'elettorato moderato, ultimamente deluso e demotivato, astensionista, che potrebbe risultare decisivo. E Renzi lo sa bene”


