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Afrika Jipe Moyo Onlus. Padre Joseph si presenta dopo il suo arrivo a Wamba

Il messaggio con il quale padre Joseph si presenta a tutti gli amici di Afrika Jipe Moyo

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Padre Joseph Padre Joseph © N.c.
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Dalla cara amica Antonella Bertaccini presidente dell’Associazione  Afrika Jipe Moyo Onlus, riceviamo e ben volentieri pubblichiamo:

Cari Amici,
come già annunciato nella precedente newsletter, alla vigilia della Pasqua a Wamba è arrivato il nuovo parroco, padre Joseph Omollo,  per prendere il posto di padre Charles deceduto improvvisamente a dicembre 2020 per Covid. Insieme a padre Henry Kaziama, che manterrà il suo ruolo di vice parroco, essi saranno i suoi successori e, così come padre Charles aveva raccolto l’eredità di p. Franco, anche loro erediteranno l’arduo compito di essere i pastori di una missione molto grande e con tanti grandi problemi.

Dopo la morte del caro padre Charles c’è stata un’assidua comunicazione con p. Henry, che conoscevamo e che appassionatamente ha continuato a ripeterci: – “…non abbandonatemi”.

Successivamente, dopo il suo insediamento, anche padre Joseph mi ha telefonato; abbiamo parlato a lungo per conoscerci. La volontà di instaurare un rapporto di amicizia e collaborazione per continuare il cammino intrapreso con i suoi predecessori è reciproca. Mi ha tra l’altro confidato che quando ha preso visione delle problematiche della missione, di notte si è recato sulla tomba di p. Franco per chiedere aiuto e coraggio.

I dialoghi con questi due giovani sacerdoti, entrambi molto sensibili e aperti, ci incoraggiano a non lasciarli soli, cercheremo quindi di essere al loro fianco come potremo, con l’ostinato desiderio di fare del bene a chi ne ha tanto bisogno in questa periferia del mondo.

Grazie a tutti voi che vorrete continuare a “spruzzare il profumo di Dio” nei villaggi dimenticati di Wamba e non solo. Quel profumo è soprattutto la fragranza del riso, dei fagioli e del mais portati ai villaggi affamati, quello delle aule delle scuole, come pure di una corsia d’ospedale dove ricevere le cure. Ci salutano e ci ringraziano anche suor Lissy dalla Huruma Children’s Home, suor Alice dalla Carlo Liviero Home di Embu, il gruppo delle donne attiviste contro l’infibulazione Nailpilipil Youngster di Wamba. Tutti loro, i destinatari, i più poveri tra i poveri, ci restituiscono con i loro sorrisi e le parole di gratitudine, l’essenza più profumata, quella del Bene condiviso. Buona estate!
Antonella Bertaccini (presidente)

Ma ecco il messaggio con il quale padre Joseph si presenta a tutti gli amici di Afrika Jipe Moyo:     

“Carissimi amici di Afrika Jipe Moyo,
Prima di tutto vorrei cogliere quest’opportunità per ringraziarvi per la collaborazione che avete stretto con la parrocchia di Wamba. 
Avete veramente spruzzato il profumo di Dio in questo villaggio! Sento i vostri nomi e parlare delle vostre attività in molti angoli, che il buon Dio vi benedica!

Stiamo bene a Wamba, il Covid-19 però non ha soltanto devastato la salute mondiale, ma anche l’economia. In Kenya abbiamo tanta gente senza lavoro e alcuni guadagnano la metà del salario che era già poco prima.
Mi chiamo padre Joseph Omollo, vengo da Kisumu nell’Ovest del Kenya però sono nato nell’ospedale di Wamba mission il 10 aprile 1980 perchè il mio papà lavorava a Wamba con Kenya Wildlife Service (tutela dell’ambiente).

Abbiamo lasciato Wamba nel 1982 per Maralal quando avevo solo due anni. Quindi venire a Wamba come parroco per me è come un rientro a casa.
Ho trascorso i miei anni della scuola primaria a Kisumu frequentando la scuola. Sono stati anni difficili per la mia famiglia economicamente, ma sono riuscito a continuare gli studi nelle scuole secondarie con l’aiuto dalle suore vicino alla mia parrocchia e di buoni samaritani. Da qui nasce la mia vocazione religiosa come sacerdote e missionario della Consolata e quindi dopo aver studiato in seminario a Nairobi sono stato ordinato sacerdote il 14 settembre 2013, festa dell’Esaltazione della Santa Croce.

Ho avuto qualche esperienza all’estero, la prima nel 2007-2008 in Mozambico come novizio e subito dopo l’ordinazione sacerdotale nel 2013, a Roma per la Licenza in teologia spirituale con la specializzazione in Formazione, dal 2013 fino settembre di 2016. Un’esperienza che mi ha segnato tanto è stata quando ero in Puglia con i centri estivi dei bambini. Questi ragazzi giocavano gettandosi addosso l’acqua. Sono rimasto scandalizzato perchè in Kenya, ad esempio qui a Wamba, l’acqua potabile è una comodità preziosissima con cui non si gioca.

Quando sono rientrato in Kenya nel 2016, ho preso servizio nell’arcidiocesi di Mombasa come vice parroco e amministratore del nostro Consolata Guest House. Ora sono arrivato a Wamba dopo la triste scomparsa di padre Charles Jjagwe che per me è stato non solo un fratello maggiore e un grande amico, ma anche un esempio da imitare.  Inoltre a Wamba c’è stato un gigante di nome padre Franco Cellana che è stato vicino a me come seminarista e dopo anche come sacerdote.

Sono sereno perchè padre Franco è qui a Wamba con noi e con il suo sorriso impetuoso veglia su di noi e prega per noi ogni giorno. In questo momento critico sanitario a Wamba la situazione è veramente molto difficile perchè gli ospedali sono pochissimi e ancor meno gli strumenti per combattere non solo il Covid-19, ma anche altre malattie.

Per me è davvero doloroso vedere la situazione qui, la gente vive solo con la speranza che forse domani sarà meglio di oggi, ma il più delle volte questa speranza non si compie. Questo è un popolo dimenticato, specialmente dal proprio Governo che poteva fare più di ciò che ha fatto fino adesso. 
Wamba secondo la mia impressione è proprio quella “fine del mondo”  di cui parlava il nostro Papa Francesco quando uscì sulla soglia di san Pietro dopo il conclave di 2013.

Al di là delle sfide che si vivono e si vedono in questo posto, la popolazione dimostra una serenità e una gioia che non ho mai incontrato nella mia brevissima esperienza missionaria. Sono contento che non saremo mai soli a Wamba perché ci sono fratelli e sorelle come voi che ci prenderanno per mano ogni volta, specialmente nei momenti più difficili dei nostri giorni. 
Da soli non ce la possiamo fare” -

Asanteni na Mungu awabariki
(Grazie e che Dio vi benedica)
 

                      

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