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Sciopero regionale della vigilanza privata in Toscana. Sindacati in presidio per il contratto integrativo

La protesta coinvolge circa 7.000 addetti del settore, tra cui le guardie particolari giurate e gli operatori dei servizi di sicurezza, che da anni...

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Vigilanza Privata Vigilanza Privata © Fotocronache Germogli
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Giovedì 10 luglio 2025 le lavoratrici e i lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza in Toscana sciopereranno per 24 ore, dalle ore 22 del 9 luglio fino alle 22 del giorno successivo. La mobilitazione è stata indetta da Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTuCS Toscana, in risposta alla mancata apertura di un confronto da parte delle associazioni datoriali per la definizione di un contratto integrativo regionale.

La protesta coinvolge circa 7.000 addetti del settore, tra cui le guardie particolari giurate e gli operatori dei servizi di sicurezza, che da anni operano in condizioni di marcata disparità economica e normativa a causa della frammentazione tra vecchi contratti provinciali ormai superati ma mai aggiornati in modo omogeneo. Per il personale impiegato nei servizi aeroportuali, lo sciopero si svolgerà con modalità differenti, estendendosi per l’intera giornata del 10 luglio, dalle 00:00 alle 23:59.

Oltre all’astensione dal lavoro, le sigle sindacali hanno organizzato un presidio regionale a Firenze, in via Cavour, davanti alla Prefettura, dalle ore 10 alle 12, per portare all’attenzione delle istituzioni la necessità urgente di un contratto di secondo livello che garantisca maggiori tutele, migliori condizioni di lavoro e una retribuzione equa per tutti i lavoratori del settore a livello regionale.

Le organizzazioni sindacali denunciano l’atteggiamento di chiusura delle controparti, emerso in occasione dell’incontro del 17 marzo scorso, durante il quale è stato negato l’avvio del tavolo di trattativa. “Il nostro obiettivo – dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UILTuCS – è ottenere un contratto che valorizzi le professionalità del settore, assicuri omogeneità contrattuale e riconosca finalmente i diritti fondamentali a chi garantisce la sicurezza ogni giorno, spesso in condizioni difficili e con compensi insufficienti”.

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