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Il turismo in Toscana è ai livelli pre Covid

La salute del comparto arriva dal Rapporto Irpet che mostra, dati alla mano, come sia stato colmato quasi del tutto il divario.

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Turisti a Firenze Turisti a Firenze © OkNews24
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Città “invase” dai turisti da mesi, nonostante una primavera pessima dal punto di vista del meteo. E a certificare la salute del comparto in Toscana arriva anche il Rapporto Irpet che mostra, dati alla mano, come sia stato colmato quasi del tutto il divario rispetto ai livelli pre Covid.
Dopo il complicato biennio 2020-21, lo scorso anno la Toscana ha +36,6% delle presenze sul 2021 e avvicinamento ai livelli pre-pandemici (‘solo’ -8,2 rispetto al 2019) con un consumo di circa 10 miliardi.
Protagonista il turismo internazionale, con cifre raddippiate. Crescita anche per il mercato nazionale: +5% e divario sul 2019 praticamente azzerato. E anche i dati del primo trimestre 2023 confermano la risalita, +36,6% su base annua.

Lo studio evidenzia una significativa redistribuzione territoriale dei flussi e del consumo
Le destinazioni marittime e quelle montane sono le uniche ad aver pienamente recuperato i livelli 2019: +5,5% e +1,9% rispettivamente.
Quelle collinari si fermano al -4,8%. Netto ancora il ritardo delle città d’arte, –23,7%, dipendenti dai flussi internazionali.
Firenze su tutte, ma anche Pisa e Montecatini. Note positive invece per la Piana di Lucca e la Val di Chiana Aretina.
Tra gli ambiti con le prestazioni migliori nel 2022 in confronto al 2019, Livorno e la Costa degli Etruschi, Riviera Apuana e Isola d’Elba tra i balneari, Val d’Orcia, Val di Chiana e Val d’Arno Aretino tra i collinari. Tra quelli montani Lunigiana, Amiata e Casentino.

Quelle straniere tra il 2021 e il 2022 sono raddoppiate passando da 12,5 a 24 milioni. Non solo europei (+59,3%) ma soprattutto extraeuropei (+303,9%) in particolare da America e Oceania. 
Le presenze USA hanno registrato un +335,6 rispetto al 2021 praticamente recuperando i livelli 2019.
Quelle asiatiche 2022 invece hanno segnato -64,1% in confronto a quelle 2019. Notevole tuttavia il confronto col 2021: +275,7%, con segnali molto confortanti dai mercati dell’estremo oriente anche per il 2023.
Ottimo il contributo dai paesi centro-europei di lingua tedesca che, dopo la crescita del 2021, si consolidano anche nel 2022 con un aumento intorno al 30%. I flussi nazionali provengono soprattutto dalle regioni del centro-sud, seppur con un 10% ancora da recuperare rispetto al 2019.

Sono soprattutto le strutture alberghiere, in particolare 4 e 5 stelle, a trainare la ripresa 2022, grazie al ritorno del turismo di massa nelle città d’arte e di europei ed extraeuropei.
Il ritardo dei 4 e 3 stelle rispetto al 2019 resta ancora ampio: ricercati da un turismo con minor capacità di spesa, penalizzato da inflazione e aumento del costo dei voli.
Aumentano invece le presenze in appartamenti e case affittate su piattaforme online, +38,4% nel 2022 sul 2021, oltrepassando di oltre il 51% i livelli 2019.
Buona la performance delle strutture dedicate al turismo a contatto con la natura e all’aria aperta, come i villaggi turistici e gli agriturismi. Stabili campeggi e residence.

Le dinamiche dei flussi turistici nei primi tre mesi confermano quanto finora osservato. 
Continua la ripresa delle presenze del primo trimestre 2022, sebbene a ritmi inferiori. Se rispetto al 2021 sono stati recuperati circa 1,7 milioni di pernottamenti (+138,7%), nel gennaio-marzo 2023 rispetto al 2022 l’aumento si ferma a 1,1 milioni (+36,6%). Per pareggiare il divario dal primo trimestre 2019 (-19,6%) restano da riconquistare circa 1 milione di pernottamenti.

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