Uccide la moglie dalle botte. Femminicidio a Santa Croce © n.c.
Nuovo caso di femminicidio . Una notizia che ci rattrista molto e che riportiamo, anche se accaduta fuori dal Mugello (Santa Croce - Pisa) pensando che anche in Mugello vi sono donne che sono costrette a subire maltrattamenti. Durante le prime ore del mattino di oggi (mercoledì 4 marzo) i Carabinieri di Firenze, a Santa Croce sull’Arno (PI), hanno proceduto all’arresto di Benvenuti Giacomo, operaio conciario quarantenne, in relazione al decesso della moglie Bertozzi Marinella, avvenuto a Fucecchio il 30 ottobre scorso. Il Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze, Alessandro Moneti, recependo integralmente gli esiti dell’attività d’indagine condotta dai militari del Nucleo Investigativo sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Sandro Cutrignelli, ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, accusato dei reati ex artt. 572 (Maltrattamenti in famiglia) e 575-576 -577 C.P. (Omicidio aggravato). L’iniziale ipotesi investigativa circa le responsabilità dell'uomo (gli inquirenti hanno cominciato a insospettirsi, in quanto, oltre alle incongruenze riscontrate sin dalle sue prime dichiarazioni, la sua unica preoccupazione era quella di voler far tumulare al più presto la salma della donna appena scomparsa), è stata confermata dall’esame autoptico che ha individuato la causa della morte nell’arresto cardiocircolatorio conseguente a fratture e contusioni interne (non riscontrate dai primi sanitari intervenuti) e dalla circostanziata denuncia presentata dal fratello della vittima nei giorni seguenti il decesso. All’esito di articolate e meticolose indagini (escussioni dei testi, accertamenti tecnici, riscontri scientifici) è stato delineato il travagliato rapporto che da anni legava i due coniugi, caratterizzato da comportamenti aggressivi da parte dell’uomo, continui maltrattamenti e violente percosse nei confronti della moglie, così da ridurla in totale sottomissione, in quanto rea di cospirare con il di lei fratello e di non dedicarsi con sufficiente zelo alla cura della casa familiare. E’ stato, altresì, possibile ricostruire gli ultimi attimi di vita della donna: quella sera l'uomo, uscito dal lavoro, ha telefonato alla moglie (che in quel momento si trovava in un locale a qualche centinaio di metri da casa) redarguendola e minacciandola a tal punto che la donna si è lasciata sfuggire l'esclamazione “questa volta le gambe non ce le levo”. Rientrata mestamente nella propria abitazione trovava ad attenderla il marito, il quale secondo la ricostruzione accusatoria l'ha colpita con calci, pugni e con oggetti contundenti (nella casa ne sono stati rinvenuti diversi, tra cui un manico di scopa metallico spezzato in due parti) al capo, al corpo ed agli arti, così da procurarle fratture e lesioni agli organi interni. Le numerose tracce biologiche (tracce ematiche, formazioni pilifere, altri fluidi corporei) rinvenute sul pavimento, le pareti ed i suppellettili della camera da letto, documentano la violenza dell’aggressione. Tracce rinvenute nonostante che il martito avesse chiamato i soccorsi solo dopo aver riassettato e pulito casa; recitando a quel punto la parte del 'marito addolorato'. Dopo l’arresto l’uomo è stato associato presso la Casa Circondariale di Firenze – Sollicciano, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente.


