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"Vite per la vita": vite straordinarie in un epoca incredibile

Un libro da leggere tutto d'un fiato. Le esperienze dei volontari salvavita in epoca pandemica

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Nucleo Operativo Nucleo Operativo © n.c.
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Tre anni fa l'Italia si chiudeva causa covid. Tre anni fa in un'atmosfera buia e surreale iniziò la nostra strana avventura.
Come volontaria del Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti (associazione di volontariato operante al livello internazionale nella logistica dei trapianti salvavita) risposi per la prima volta a una chiamata della sala operativa.

L'Italia da un giorno si era chiusa in casa dopo che in un annuncio a reti unificate l'allora Primo Ministro Giuseppe Conte disse che l'unica arma per difendersi dal virus sconosciuto verso cui non esisteva difesa e che stava iniziando a mietere vittime non solo a Codogno era chiudersi in casa.
Era fatto divieto a tutti di uscire se non per fare la spesa necessaria alla sopravvivenza e in modalità contingentata. Si scoprono gli anglicismi lockdown e smart working e per vincere la paura di giorni lunghissimi relegati in casa all'ora dell'aperitivo di usciva sulle terrazze cantando l'inno nazionale.

Pare una vita fa e invece sono passati solo tre anni.
Lasciando da parte tutto quello che è successo, le polemiche del prima e del dopo, le inchieste di questi giorni voglio solo ricordare a quei giorni sospesi e strani di tre anni fa.

Tutti a casa ma c'era però la medicina d'urgenza che non poteva aspettare i comodi di un virus sconosciuto. C'erano tanti malati in attesa nei letti d'ospedale che aspettavano la "vita" in arrivo da qualche donatore che si trovava anch'essa sospesa e bloccata fra frontiere chiuse e aeroporti mezzi chiusi.

"Dovete fare  l'impossibile!" Disse così al telefono la direttrice dell'istituto italiano che gestisce il trasporto di midollo osseo per trapianti a Massimo Pieraccini il presidente dell'associazione non a caso nominato dal Presidente Mattarella Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana per meriti civili.
E ci abbiamo fin da subito provato. Fui la prima ad avventurarmi sulle autostrade deserte della pandemia attraversando l'Italia fino a Fiumicino dove nell'area neutra dell'aeroporto presi in consegna con un collega due preziosi contenitori salvavita destinati ad un ammalato di Bologna e uno di Udine che mi consegnarono due colleghi tedeschi che non varcavano il nostro suolo per non essere poi costretti alla quarantena.

Se penso a quella missione mi vengono i brividi. Mi pare di vivere come in un film d'avventura qualcosa vissuto da altri in un'altra era.
Erano solo tre anni fa.

Quella missione non rimase sola. Ogni giorno alcuni di noi volontari sfidavamo il covid e portavamo la vita dov'era necessario vivendo situazioni inimmaginabili:
Frontiere chiuse da aprire, notti passate prigionieri in aeroporto etc....

Tutte cose che oggi potrete trovare qui. in questo libro che ci racconta.
Moltissimi gli incarichi di trasportare il midollo osseo in arrivo da ogni parte del mondo a Roma Fiumicino che ci furono affidati.
Fiumicino unico aeroporto italiano ad essere funzionante in periodo di pandemia era per noi il punto di partenza verso tutti gli ospedali d’Italia in cui un ammalato aspettava quel midollo per avere, attraverso il trapianto, la sua opportunità di sopravvivenza.

Il nostro piccolo libro si intitola “vite per la VITA anche in pandemia” sottotitolo “i volontari del Nucleo Operativo di Protezione Civile raccontano” un sequel del nostro primo “vite per la VITA”.
Il titolo vuol rappresentare l’impegno e la dedizione delle “vite” dei volontari al fine di prodigarsi per la salvezza della VITA di ognuno degli ammalati che ci viene affidata.
Narra delle esperienze dei volontari dell’associazione raccontate da ognuno loro e raccolte da Nadia Fondelli con la supervisione di Massimo Pieraccini, fondatore ed attuale Presidente dell’associazione che ha narrato anche se stesso.
Il libro si arricchisce della straordinaria copertina donata da Elisabetta Rogai che in un suo dipinto realizzato con il vino rappresenta con l'angelo l'allegoria dei volontari

Storie che parlano di esperienze a Los Angeles, Singapore, Lisbona, Colonia, Helsinki, Valico di Coccau, San Giovanni Rotondo solo per citarne alcune.
Storie che raccontano di noi, uomini e donne normali che credono nel paradigma del fare.

Biblioteca delle Oblate
sabato 11 marzo, ore 10,30
 

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