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Firenze cafonal. Ripartito dopo la pandemia il turismo di massa

La possibilità di aprire gli occhi e girare pagina sul "parco giochi" Firenze non c'è stata. Il turismo dei barbari è tornato. Come fermarlo?

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il pediluivio nei monumenti il pediluivio nei monumenti © Ok!News24
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Passare dalla piazza della Signoria deserta del 2020, a quella semi deserta con turisti solo europei del 2021 a quella tornata all'era pre-covid di quest'estate è stato un attimo.

La sorpresa (amara) è che questi  due anni evidentemente non hanno fatto riflettere nessuno sul fatto che quando a Cape Town nel 2002 parlavano di turismo consapevole non erano solo dei pazzi sognatori.

La soluzione c'era. Già scitta, impacchettata e confezionata come un viaggio mordi e fuggi già otto anni prima della pandemia ma nessuno, a nessun livello della società e delle isittuzioni hanno colto l'opportunità di usare i due anni di limbo covid per agire su come voltare decisamente pagina.

Il modello turismo di massaimposto dagli anni dell'edonismo reganiano in poi siamo ormai tutti capito che è fallimentare e servono solo a rfiempire poche tasche di multinazionali impoverendo le economie locali, antropizzando campagne e montagne e rendendo vulnerabili i grandi scrigni d'arte come Firenze e Venezia.

La virata verso un turismo consapevole o turismo gentile non c'è stata. Finite le restrizioni tutto è tornato ora come prima. Come se fossimo stati solo "frizzati" per due anni.

Firenze è tornata da consumare usa e gettata . Le sue vie sono tornate a riempirsi di orde di persone (definirli turisti è troppo) che arrivano alle 9.00 di mattina in città e se ne vanno alle 19.00 consumandola come una saponetta vecchia.

Non smouovono l'economia perchè si portano dietro anche la bottiglia d'acqua e se lo fanno è solo ad appannaggio di pochi eletti sulla via della mangiatoia ristorantizia a 10 euro compreso tutto pattuito con la guida o peggio ancora alimentando i falsi sociali di schiacciate incredibili a pochi euro pochi che il selciato in pietra serena del centro in un lurido pavimento untuoso e scivoloso puzzolente di oli fritti e rifritti e salse inenarrabili ei marcipiedi a improvvisate poltrone dove appollaiarsi nel consumo.

In queste poche ore di sosta in città rientra anche la gità in risciò effettuata con mezzi spesso abusivi e condotti da guide improvvisate che violano divieti e aree pedonali per condurre gli affannati clienti fifn sul piazzale Michelangelo scendendo poi per Le Rampe.

Al cospetto della terrazza più bella del mondo poi, amerai da cotanta bellezzamali, non si trovano di meglio da fare che "segnare" il passaggio in città con un romantico in pennarello indelebile ballustra con il loro nome racchiuso in un cuore o altre ameneità similari .

Scesi poi sotto la Torre di San Niccolò stravolti dal caldo torrido del luglio fiorentino cosa c'è di meglio che un bel pediluvio dentro le fontane del monumento patrimonio Unesco de Le Rampe che diventa un facile bidet per forestieri stanchi.

"Se a loro fai notare ciò - racconta Beatrice volontaria del Nucleo Operativo di Protezione Civile sezione ambiente che con un patto di collaborazione con amministrazione l'una presenza nell'area -ti guardano stupiti dicendo che hanno caldo, come se mettere i piedi dentro un monumento sia cosa normale".

Del resto lo scorso anno, grazie alle telecamere, fu pizzicata una famiglia danese ad usare addirittura come piscina la vasca superiore e anche loro si stupirono tutti 'arrivo dell'auto della municipalità che diceva di uscire dall'acqua.

"Plogging anche la terrazza del piazzale da quando sono tornati i turisti è un disastro - confermano gli altri volontari impegnati ogni settimana a fare plogging per ripulire le siepi di ogni cosa che viene gettata con nonchalance di sotto - durante i due anni di covid bastava fare un passaggio fra le siepi una volta al mese adesso serve una volta a settimana."

Facciamo una riflessione a voce alta. Non è il caso di agire subito e sfruttare l'onda lunga del covid per un deciso cambio di prospettiva d'intenndere il turismo?

 

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