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Tovaglie in piazza e ristoratori seduti in terra. Va in scena la protesta della categoria

In piazza del Duomo con tutta la categoria dei somministratori (bar, ristoranti, gelaterie etc..) anche il Governatore della Toscana Eugenio Giani e il Sindaco di Firenze Dario Nardella

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un momento della protesta un momento della protesta © Ok!News24
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Le tovaglie di fiandra sono riposte nei cassetti, l'argenteria e i cristalli brillano solo da dietro le vetrine chiuse. Chiuse come le sale dove sembra di sentire echeggiare i bisbigli delle coppiette a lume di candela e chiuse come le loro cucine dov'è tutta la loro vita.

Cinquantamila le aziende che possono chiudere a breve, oltre un milione e mezzo i posti di lavoro che andranno in fumo.
Gli occhi sono lucidi in piazza del Duomo stamani; amari i sorrisi dei tanti nomi noti della ristorazione che hanno voluto esserci a questa grande manifestazione statica organizzata per dire no a Dpcm che gli obbliga alla chiusura alle 18.00.
Loro abituati a dispensare sorrisi e benessere oggi sono a terra e non solo metaforicamente parlando. Lo sono insieme al Governatore della Toscana Eugenio Giani e al Sindaco di Firenze Dario Nardella che non hanno voluto far mancare il loro sostegno e sono lì seduti in Piazza Duomo, gambe incrociate ad ascoltare il silenzio del trombettista che riecheggia emozionando.

Roberto, Maria, Giovanni, Vito, Filippo, Ombretta, Marco e Vincenzo sono solo alcuni dei tanti che sono venuti da tutte le province della Toscana con in testa i loro cappelli da chef. Nomi importanti che si trovano sfogliando le più prestigiose guide con tanto di stelle e giudizi.
Ci sono gli uomini e le donne della Federazione Italiana Cuochi capitanati da Roberto Lodovichi. “Adesso che stavamo iniziando un po' a riprenderci questa mazzata” si sistema il cappello sulla fronte e scuote la testa “nel settore del catering eravamo soddisfatti anche a settembre che stavamo un po' rialzando la testa ed ora...” non riesce a finire la frase perché gli sale il groppo in gola.

Maria Probst tirando un sospiro di sollievo attacca “Noi alla Tenda Rossa abbiamo deciso di chiudere prima che succedesse questo disastro e con il senno di poi l'abbiamo azzeccata” ma se le chiedi come vede il futuro scricchiolano anche le sue certezze “Futuro? Adesso non saprei davvero dove collocare il futuro per un ristorante”.

“Uè piccirì!” ecco Giovanni Santarpia uno dei re italiani della pizza "stellata" che come sempre in cerca di fisicità annullata in tempo di pandemia si accontenta di allungare il gomito per un saluto. “Che devo dire, io sto provando a stare aperto per l'asporto ma quando va bene faccio il 20% di quello che faccio normalmente. Adesso provo ad aprire domenica la pizzeria a pranzo. Una scommessa, ma qualcosa dobbiamo pur fare”.

Sono lì tutti seduti a terra davanti alle apparecchiature, rigorosamente da sei persone, stese sul selciato della piazza faccia al Palazzo della Regione e Cupola del Brunelleschi alle spalle.

Anche Vito Mollica dal suo osservatorio privilegiato all'interno dell'hotel Four Season scuote la testa. “Chi vuoi che venga di questi tempi a mangiare in un albergo di lusso. La sera con la cena stavamo faticosamente iniziando ad avere dei piccoli risultati ma adesso è finita” scuote la testa e abbassa lo sguardo.

Filippo Saporito e la moglie Ombretta Giovannini sono scesi dal loro Leggenda dei Frati per mettersi seduti sul selciato della piazza e mi guardano come a cercare nello sguardo di un amico una consolazione. Filippo alza la spalla col suo sorriso sornione che spunta anche da sotto la mascherina e Ombretta ha invece gli occhi lucidi. “Che tristezza - esordisce – siamo in quattordici e siamo una grande famiglia. Tutti fermi e tutti a casa senza sapere cosa ne sarà di noi, dei nostri sogni e della nostra vita”.

Accanto a loro l'altro nome eccellente della ristorazione fiorentina Marco Stabile che ci tiene a mostrare il suo cartello con scritto “passione”. Di passione c'è n'è davvero tanta nella sua Ora d'aria. “Poco altro da aggiungere; in questa settimana mi sto riorganizzando poi da lunedì partirò con questa esperienza del Lab per proporre qualcosa di più fresco e veloce. Del resto questo cambio di decreti ci ha costretti a buttare via tutto quello che avevamo in dispensa. C'è improvvisazione, non si può cambiare ogni settimana”.

Anche Vincenzo Volpe dal suo ristorante agrituristico pistoiese Toscana Fair racconta di una ventata di positività che fra l'estate e settembre stava spingendo le persone a tornare a muoversi e girare “adesso è tutto fermo anche se noi siamo aperti a pranzo ma chi vuoi venga”.

Aldo Cursano Presidente Fipe dal suo megafono porta in piazza nonostante la sua proverbiale signorilità la sua passione e la sua rabbia. Trema quasi, viso rosso e sguardo perso.
Tutti i volti sono scuri ma resistere è la parola d'ordine. Il ristorante è casa, è benessere non solo per le pance, ci tengono a sottolinearlo in molti.

Aspettando quello spiraglio previsto, come sottolinea il Governatore Giani alla lettera e e del punto nove del primo articolo del nuovo Dpcm, che in poche parole permetterebbe al Governatore se la cala dei contagi scende in costanza per almeno dieci giorni,


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