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L'umore dei ristoratori, tre mesi dopo il coprifuoco

Siamo tornati in centro storico a trovare Vincenzo Ferrara della storica Osteria del Porcellino a sentire come va tre mesi dopo.

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l'osteria di Enzo l'osteria di Enzo © Ok!News24
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Era lo scorso ottobre quando siamo andati a trovare Vincenzo Ferrara, per gli amici solo Enzo alla sua Osteria del Porcellino. Erano i giorni che seguivano il Dpcm che destina i ristoratori alle porte girevoli del virus in orari prestabiliti. 

In quei giorni di protesta e polemiche fra ristoratori e chef c'erano le marce su Roma risultate poi del tutto inutili e buone solo per riempire le pagine dei giornali; ci sono stati poi (e ci sono ancora) i disobbedienti che alla faccia delle regole aprono tutti i giorni le porte dei loro ristoranti come se niente fosse e poi ci sono, e per fortuna sono la maggioranza, coloro che le regole le rispettano, non marciano e non disobbediscono e cercano di far buon viso a cativo gioco.

Noi siamo tornati a trovare Enzo che ci accoglie col suo sorriso sincero di quelli che talvolta mancano sulla bocca di molti. Dal suo osservatorio privilegiato in via Val di Lamone, subito alle spalle dello storico mercato, ci racconta come va tre mesi dopo.
Lo fa con la normalità di chi dentro il ristorante è abituato a viverci giornate intere da oltre vent'anni e non ha bisogno di visibilità ne per se stesso (dato che è fidanzato con una vip) nè per il locale che un punto di riferimento anche per tanti fiorentini.

Nel locale i tavoli sono quasi tutti pieni. Lavoratori, clienti fissi e sporadici turisti toscani. 

"Come vuole che vada, mi sento come uno zoppo - racconta - a stare aperto solo il giorno e non la sera. Se va bene lavori a metà rispetto a prima dato che i turisti sono spariti e lo smart working continua a tenere a casa gli impiegati degli uffici. 
Noi siamo stati chiusi a dicembre e adesso faccio fare la turnazione ai miei dipendenti per farli lavorare tutti ma nel ristorante sono a lavorare la metà di quelli che abitualmente lavorano.
Quanto alla cassa integrazione i miei cuochi e camerireri devono ancora ricevere quella di novembre che ho provveduto io ad anticipare dato che sono tutte persone che hanno famiglia".


Oggi va bene però. I tavoli sono pieni e chissà come sarà domani. "Non c'è continuità - prosegue Enzo - difficile programmare anche la spesa quotidiana ma desso dobbiamo accontentarci di quello che c'è ed aspettare i tempi migliori."

Il calore in questa osteria storica non manca fra una battuta in fiorentino arcaico del gruppetto di amici attempati che occupano rumorosamente un angolo e il mano nella mano della giovane coppietta di "fuori porta".
Per ora facciamoci riscaldare così nella speranza che sul vicolo dove si perde spesso lo sguardo di Enzo tornino a sciamare quelle frotte di turisti che smiamavano nel loro turismo mordi e fuggi. 

 

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