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Come affrontare l'ansia del contagio dal Coronavirus e non solo

Ce ne parla lo psicologo e psicoterapeuta Paolo Chellini

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Paolo Chellini Paolo Chellini © Paolo Chellini
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Paolo Chellini è psicologo e psicoterapeuta, si occupa di disturbi d'ansia. Gli abbiamo fatto alcune domande in merito a come gestire queste settimane anomale. Ecco cosa ci ha detto.


Come si fa a stare in casa per così tanto tempo senza avere relazioni sociali esterne? In particolare cosa dovrebbero fare gli anziani che non usano i social e abitano da soli?

“Rimanere da soli e isolarsi può rappresentare un problema per la psiche umana, perché la nostra esperienza cosciente nasce dalle relazioni. Quindi quando si rimane da soli bisogna cercare, per quanto è possibile, di appoggiarsi alla razionalità. Non ci si deve lasciare invadere dalle emozioni negative (in particolare dalla solitudine). Occorre pensare razionalmente, ricordando alla nostra mente che questa è un’esperienza breve e che alla fine ce la faremo”.

Spiega lo psicologo Chellini: “Gli anziani soli devono cercare di occuparsi in attività per loro piacevoli. Per esempio cura delle piante di casa, cura della propria persona e degli animali domestici, guardare programmi culturali e film o, più in generale, qualsiasi attività che li aiuti a evocare sensazioni di piacevole calma. Per quanto è possibile, si dovrebbe ridurre la visione o l’ascolto di quei programmi che possono generare stati di apprensione ( tg o altro che si occupano del Coronavirus)”.


Quali potrebbero essere le conseguenza psicologiche dello stare rinchiusi in casa? C'è un modo per prevenirle?

“Mentre per una parte delle persone potrà addirittura essere un motivo di piacere, la chiusura forzata nella casa può produrre in alcuni soggetti predisposti un senso ansioso di claustrofobia: in quanto sentendosi costretti all’interno di uno spazio, generano una risposta mentale difensiva ancestrale connessa all’istinto della fuga per la sopravvivenza. Per queste persone, tale esperienza, può essere un momento estremamente doloroso, il senso di solitudine e impotenza possono divenire insopportabili. Ma cosa ci dice la psicologia clinica applicata a questo tipo di problematiche, quali suggerimenti ci può dare? Per affrontare questo tipo di ansia, che in ognuno di noi potrà essere più o meno accentuata, occorre sforzarsi di utilizzare la nostra mente razionale. Quindi, in pratica, dobbiamo cercare di orientare la nostra mente a creare una serie di piccoli progetti da attuare al momento della fine della clausura forzata, d'altronde il riflettere positivamente su noi stessi è la base del nostro stare bene e ci motiva verso il futuro. In altre parole, bisogna proiettarsi con la nostra mente il più possibile al di là del tempo della quarantena”.

Come affrontare l'ansia da contagio?

“La paura del contagio è un evento che scatena nella nostra psiche un’antica risposta (attacco-fuga) legata al timore di non controllare qualcosa che è potenzialmente pericoloso per la nostra sopravvivenza. Il nostro cervello più antico, in alcuni casi, può prendere il sopravvento arrivando ad annullare la nostra razionalità cosciente. Quello che possiamo fare è fidarsi del le regole di comportamento elaborate dagli esperti con una sicura modalità scientifica, cercando di contenere le spinte emotive prodotte dalla mente irrazionale. Come psicologo, mi sento di suggerire una tecnica proveniente della terapia ipnotica. In questa semplice tecnica, si invitano le persone a evocare e rivivere delle immagini mentali tratte dal loro passato in cui sono state capaci gestire esperienze altrettanto negative. Esperienze che nel tempo sono divenute ricordi lontani da rievocare a nostro piacimento con i nostri cari”.

Come far vivere in modo sereno questa anomala situazione ai più piccoli?

“I bambini piccoli non sono consapevoli di quello che sta succedendo, i genitori dovrebbero mettere in un cassetto le loro paure e essere sereni con i loro figli. Dovrebbero parlare tranquillamente ai figli, se ne fanno richiesta, del virus rassicurandoli che la situazione è sottocontrollo con frasi del tipo: ‘noi siamo il tuo scudo contro il Coronavirus e se tutti insieme ci comportiamo secondo le regole tutto andrà bene ’. Giocare il più possibile con i piccoli ascoltandoli attentamente, raccontando storie o condividendo con loro tutte quelle esperienze che per noi adulti sono risultate importanti per la nostra crescita. Potrebbe essere un’occasione straordinaria e rara per entrare in un contatto profondo con loro. D'altronde nella routine della vita quotidiana è difficile dare loro molte attenzioni”.


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