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Un albero chiamato Veronica

Piantati nei giorni scorsi i primi alberi della campagna "Dona un albero". Nel parco dell'Argingrosso c'è un ciliegio dal nome Veronica. Ecco la sua storia

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L'annaffiatore del ciliegio L'annaffiatore del ciliegio © Alessandro Sardano
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Un successo superiore ad ogni previsione quello della campagna lanciata dall'amministrazione lo scorso autunno "Dona un albero". 584 alberi donati su un totale di 863 adottabili in pochissimo tempo, tanti coe speciale regalo di Natale.

Nei giorni scorsi, appena la pandemia lo ha permesso sono stati piantati i primi 36. Ognuno ha scelto che tipo di pianta mettere a dimora e dove e così, in poco tempo nei parchi della città sono spuntati tanti nuovi alberelli.
Noi abbiamo incontrato "Veronica" un giovane ciliegio che dal 30 maggio vive nel parco dell'Argingrosso, la dove la signora che porta il suo stesso nome e a cui è dedicato porta ogni giorno i suoi due bambini a spasso.

E' stato Alessandro, marito di Veronica a innamorarsi dell'idea di donare un albero alla città, ma un albero che poteva rappresentare con il nome la moglie ma idealmente tutta la famiglia che proprio nei giorni precedenti il Natale si allargava con la nascita del secondo figlio.

Alessandro è schivo e lascia la "scena" a Veronica che racconta che quello è stato uno dei regali di Natale più belli e sicuramente inattesi che abbia mai ricevuto. "Alessandro non stava nella pelle ed aveva una gran voglia di svelarmi quella sorpresa" racconta sorridendo.

Una giovane coppia con due bimbi piccoli che suggella la sua unione con un ricordo indelebile uno e trino. Un albero per la moglie che lo ha reso padre per la seconda volta, un per i due figli che se ne prenderanno cura e per il nuovo nato, proprio pochi giorni prima di Natale.

"Perchè mio marito ha scelto il ciliegio? Non saprei. Certamente perche è un albero affascinante che da frutti buoni e belli. Noi non ci sentiamo ambientalisti nel modo stretto del termine, ma amiamo la natura e ci approcciamo ad essa, insieme ai nostri figli in maniera del tutto naturale. L'ambiente c'è e deve essere rispettato e i bimbi che vivono in città devono avere l'opportunità di vivere, conoscere e rispettare la natura. Spesso passeggiamo nel parco dell'Argingorsso e arriviamo quasi sempre anche a trovare le galline dei contadini per stre a contatto con essa pur vivendo in città. Il nostro ciliegio lo vediamo quasi dalla finestra di casa e tutti i giorni andiamo a trovarlo e quando serve ad annaffiarlo compito che spetta al bimbo più grande di due anni."

Unico cruccio come sottolinea Alessandro "peccato che il Qcode dell'albero non decodifica e quindi non da la possibilità di leggere la dedica."
Ci uniamo nel rammarico di Alessandro sperando che il comune voglia presto sistemare questo piccolo malfunzionamento nella certezza che la dedica di un albero che sia fatta ad un amato, a un bimbo che nasce o al ricordo di una persona che non c'è più possa essere uno straordinario volano per spingere i fiorentini a regalare alberi alla città.








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