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La lettera aperta del Comitato 50145

Mentre in consiglio comunale si parla di bilancio e si cerca una quadra economica su come far ripartire Firenze arrivano anche le proposte dei cittadini

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La lettera aperta La lettera aperta © Thomas Breher da Pixabay
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L'uscita dalla pandemia con l'economia azzerata e i bilanci di previsione saltati in una città che da vittima dell'overtourism si trasforma in vittima della mancanza di turisti dipende da tutti.

Il Sindaco ha aperto alla città, ed essa almeno nei suoi comitati organizzati si è già dimostrata disposta a rilanciare Firenze e la sua economia in una visione d'insieme al di là di idee e schieramenti politici contrapposti.
In quest'ottica s'inserisce la lettera aperta del Comitato 50145 che proprio direttamente al Sindaco è indirizzata e che apre la visione alle periferie come volano della ripartenza.


Caro Sindaco,
chi Le scrive è il Comitato50145.

Siamo sicuri che si ricorderà di noi: ha incontrato nostri rappresentanti in numerose occasioni ufficiali e durante la sua Campagna elettorale siamo stati tra i più attivi e propositivi sottoponendoLe idee che sono state in parte riprese anche nel Suo programma elettorale.
Collaborazione e critica sempre propositiva sono state inoltre le nostre linee guida nei molteplici interventi presso la sua amministrazione sottoponendo sempre realistiche e fattive soluzioni ai tanti problemi della nostra periferia che ormai da molti anni è stata lasciata ai margini finendo per essere usata principalmente come territorio da consumate a servizio delle varie infrastrutture.

Siamo a scriverLe questa lettera aperta perché abbiamo seguito con attenzione la sua riflessione sul cambiamento che Firenze dovrà affrontare a seguito della pandemia che ci ha travolti: come ha recentemente ravvisato anche Lei la scelta del modello di città su cui si è improntato finora lo sviluppo e l’organizzazione di Firenze è sbagliato ed uscire da questa tragica esperienza pandemica senza capirne le concause sarebbe un vero spreco.

Siamo quindi a chiederLe: che strada vuole percorrere?

I suoi annunci di una nuova visione della città ci sembrano promettenti ma mai più di adesso c’è la necessità che non siano solo promesse, perché siamo stanchi di promesse, ora ci vuole coraggio e fatti concreti basati su reali esigenze; la politica deve riacquistare la capacità di ascoltare e di trovare soluzioni per riorganizzare la vita degli uomini.
Firenze ha bisogno di un piano economico vero e coraggioso che sia però onnicomprensivo di tutte le realtà economiche e che sia ben ancorato nel futuro.
Le chiediamo di pensare bene a quanto Lei annuncia: un progetto di sviluppo della Piana, adeguatamente corretto e rivisto deve passare dalla garanzia di selezione di aziende variegate e miste. Questo sarà il fattore chiave dal quale capiremo che futuro si vorrà darà anche alla nostra periferia: esiste una discreta differenza fra una fabbrica di carbone ed polo di tecnologia avanzata o di ricerca e sviluppo 2.0 ad impatto 0.

Lei ha sempre affermato che non esistono cittadini di serie A e di serie B ma noi possiamo dimostrare (e lo abbiamo sempre fatto) che in questa Firenze esistono chiaramente queste differenze.
Per questo motivo con questo nuovo “piano B” da Lei a gran voce reclamato, questa volta dovrà pensare a tutti i fiorentini, anche a quelli dimenticati della periferia.

Infatti è la nostra periferia, troppo spesso abusata nelle parole e trascurata nei fatti, che questa volta non dovrà e non potrà essere dimenticata. Siamo consapevoli che vi sarà un vero cambiamento solo se si avrà coraggio (a dispetto anche dei sondaggi) per questo, il nostro metro di misura si baserà su quanto sarà realmente fatto e non su quanto annunciato.

Le criticità, per non parlare di gravi problemi, sono molte come sa; la piana è un insieme costipato di case con in mezzo un Aereoporto e per il quale, la qualità della vita di troppi cittadini risulta seriamente compromessa. Oggi ci chiediamo come si immagina questo futuro; questa brutta esperienza ha fatto capire a tutti che il verde è un tema importante, ancora il benessere dei cittadini dovrà essere sottomesso a logiche campanilistiche o prettamente economiche? 40 anni di ritardi nel risolvere questo problema sono veramente troppi.

Ma noi ci spingiamo oltre e non Le chiediamo di pensare solo all’Aeroporto, tasto dolente ma non unico di questa città che uccide le periferie semplicemente dimenticandosene.
Le chiediamo di vedere questa volta il quadro completo che conta di assenza di giardini pubblici, enormi spazi dedicati solo al parcheggio/rental car di auto, delle bisarche in perenne sosta abusiva, di autostrade e svincoli progettati a 5 metri dalle case senza alcun tipo di rispetto per gli abitanti, di tranvie che ignorano i borghi storici minori, di fabbriche innestate nel mezzo di abitazioni, di un’incessante abbandono di rifiuti, di totale mancanza di controlli sugli abusi edilizi, di immense mense per poveri che sono affogate nel tessuto cittadino, di piste ciclabili (e servizi annessi) che scompaiono non appena si arriva nel q5, di viabilità mal progetta che rende le strade camere a gas uccidendoci d’inquinamento e di tutti quei problemi che instancabilmente le facciamo sempre notare.
Solo nei borghi storici potrà trovare edifici del razionalismo italiano vincolati ai sensi delle 42/2004 utilizzati come magazzini di cartelli stradali. Questa è la misura della mancata attenzione che negli anni è stata riservata a questa zona.

Perché le diciamo tutto questo? perché in realtà noi amiamo i ns borghi, costellati da terratetti con giardino, da cittadini gentili che conosciamo da generazioni e da instancabili commercianti che continuano ad animare i quartieri (a proprie spese) con feste ed infinite attività.

Caro Sindaco, anche se le attenzioni che vorremmo da parte dell’amministrazione spesso non sono quelle che ci vengono date, e questo ci addolora ma non ci demotiva, continuiamo nel nostro impegno con tenacia e passione.
Noi instancabilmente scriveremo ancora e ancora e ancora: abbiamo diritto ad essere ascoltati, da noi avrà sempre la lista aggiornata di cosa non funziona e continueremo a farci sentire fino a che i Borghi non avranno pari dignità di altre parti della città.

Comitato50145

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