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Cimitero di Peretola: due anni di richieste per ottenere rispetto e decoro per i nostri cari

Paolo Marinò è un cittadino che frequenta quotidianamente quel camposanto per andare a trovare la madre e che ci racconta l'incredibile calvario per ottenere piccole manutenzioni e maggior decoro.

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I bagni chiusi per troppo tempo I bagni chiusi per troppo tempo © Paolo Marinò
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La storia di Paolo Marinò è una di quelle che racconta la peggiore e odiosa sensazione di scontrarsi contro un muro di gomma di non ascolto quando l'interlocutore è l'amministrazione.

Tutto inizia venerdì 30 ottobre 2015 quando la madre di Paolo viene investita da un mezzo pesante che in contromano stava percorrendo via del Camposanto. Lei si recava tutti i giorni al cimitero di Peretola . "Mia mamma - racconta - stata proprio entrando nel cimitero per far visita ai nostri cari come ogni venerdì, come quel venerdì 30 ottobre 2015

Da quel giorno Paolo ha iniziato a frequentare il cimitero e a comprendere meglio ciò che la mamma gli raccontava. Il grado di qualità della manutenzione andava sempre più a calare: tutto diventava più evidente racconta. "Da anni la chioma di un grande albero posto a sinistra del sepolcreto di famiglia e davanti all’ufficio dei custodi sporgeva fino ad arrivare appunto sulla tomba sporcandola con resina. Inoltre, sono sempre state evidenti pietre sconnesse che invadono tuttora i vialetti e mettono a repentaglio la sicurezza dei visitatori. L’albero non si presentava in buono stato.

Inizio il racconto - prosegue Paolo - la prima segnalazione al comune, inviata da me e da mio fratello è del luglio 2018 e serve per richiedere la potatura dell’albero. Nessuna risposta e trascorsi due mesi contatto la dottoressa Bitossi (responsabile cimitero) che aveva già trasmesso anche lei in agosto al dottor Gentili (responsabile ambiente) la richiesta. Nessuna risposta, mi rivolgo così al difensore civico che scrive e intima al comune di ottemperare. Siamo all' ottobre 2018.

Poi la sorpresa arriva a novembre quando scopro che l'albero non c'è più. Chiedo ai custodi e la spiegazione è che sono venuti alcuni tecnici del comune e hanno decretato il taglio dell'albero perché pericolante.
In parallelo provvedono a chiudere definitivamente un bagno poiché le radici dell'albero hanno intaccato le tubature e, pertanto, era probabile che la fuoriuscita di liquidi in prossimità delle tombe circostanti.

Scrivo ancora al Difensore Civico che con lettera dell'aprrile 2019 intima all'amministrazione di provvedere agli opportuni lavori per il ripristino della funzionalità del bagno e la riparazione delle tubature.
Nel silenzio generale e in assenza di risposte da parte dell'amministrazione si arriva al novembre 2019 quando con il nuovo consiglio di Quartiere 5 insediatosi dopo le elezioni di maggio 2019 si prende carico del problema il consigliere di quartiere Iacopo Spennati.
Qui la svolta.

Il Consigliere Spennati, dopo un sopralluogo e preso atto del degrado, presenta un'interrogazione al consiglio di quartiere 5 nel dicembre 2019.
Ad oggi qualcosa è successo. Nel febbraio 2020 c'è stato il ripristino del bagno. Un semplice intervento (spostamento del water a destra della porta di ingresso con il ricongiungimento delle tubature e con lo scarico del bagno che si trova a sinistra dell’ufficio dei custodi). Un intervento di mezza giornata e più di un anno di solleciti. Il mese dopo c'è stata la manutenzione degli alberi con potatura; il mese scorso dopo la pandemia sono stati ripristinati alcuni cordoli che contornano i vialetti ed è stata in parte segata la base dell'albero tagliato nel 2018.

Due anni per un minimo di decoro di un luogo in cui andiamo a rendere omaggio ai nostri defunti...

Marinò però insiste perchè altro c'è da fare e si domanda quanti anni serviranno per ottenere una fioriera sulla ceppaia?
Quanto tempo sarà necessario per ridare decoro alle scale che consentono di recarsi al secondo piano del cimitero o per far ridipingere il “casottino” adiacente all’ufficio dei custodi?
E poi ci sarebbe i cordoli ancora da sistemare e parte dei pavimenti e marciapiedi pericolosamente rialzati e sconnessi.



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