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Le scuole di danza alzano la voce in piazza: "Vergognoso considerarci non essenziali"

Liliana Candotti a okfirenze.com: "Ci siamo già sacrificati una volta. I ristori sono ridicoli"

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Manifestanti di #iovivodidanza Manifestanti di #iovivodidanza © okfirenze.com
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Dopo la manifestazione di questa mattina in Piazza Della Repubblica a Firenze, okfirenze.com ha contattato Liliana Candotti, organizzatrice dell'evento "Io vivo di danza", ma anche di #iovivoditeatro #iovivodiarte #iovivodisport. Liliana ha spiegato alla nostra testata le finalità della protesta, manifestando molte perplessità sui provvedimenti presi dal Governo e sul futuro. “Non ci aspettavamo più persone di così, visto il periodo. Le altre piazze sono andate bene e abbiamo avuto una buona risposta sia dalle parti politiche, sia dai media. È stato triste vedere Firenze con tutti i bar e i negozi vuoti. Il dpcm ci ha già messo in ginocchio e quello di stasera introdurrà solo nuove restrizioni. Oggi abbiamo manifestato in rappresentanza di diverse categorie per modificare la ratio del governo: considerare non essenziali alcune categorie come la nostra - tuona Candotti - è una cosa vergognosa.

Tanta rabbia anche per le spese e la cattiva organizzazione: "È stato danneggiato un settore contingentato e molto controllato. Tutti quanti abbiamo compreso la prima fase, ma lo stato non si è organizzato minimamente per la seconda ondata, nonostante le parole dei virologi. Noi commercianti ci siamo preparati a spese nostre. I nuovi protocolli sono usciti il giovedì alle 12.30 pretendendo che questi venissero messi in atto il giorno dopo. Il risultato? La domenica ci hanno chiusi.

Grande delusione anche per i sussidi previsti: "I ristori che danno sono ridicoli per una palestra, una scuola di danza o un centro di cultura. Capisco che quando ci sono problemi si debba fare un sacrificio, ma qui il sacrificio non lo vediamo. Io chiudo la mia scuola di danza e i ragazzi invece di venire in un ambiente sano vanno in giro a zonzo.

Oltre al lato economico, conta quello della salute del singolo: "Il nostro obiettivo è difendere il diritto al lavoro, ma anche quello del cittadino ad avere dei diritti sulla salute. A me risulta strano che il CTS non si preoccupi che la comunità non segua delle pratiche salutari. Nessuno ha dato consigli, per esempio, su come mantenere sano e forte il proprio sistema immunitario. Le persone hanno bisogno di uno sfogo, non possiamo solo andare al supermercato. Bisogna che provvedano a dei sistemi più efficienti, anche per quanto riguarda i trasporti. Non hanno lavorato sulle cose fragili come i trasporti e le scuole”.

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