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Le famiglie dei disabili invisibili da otto mesi. Appello alle istituzioni

Sempre più drammatica la situazione dei disabili intellettivi e delle loro famiglie dopo la pandemia. Nonostante gli appelli lanciati ad amministratori e politici niente è cambiato

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l'appello delle famiglie dei disabili intellettivi l'appello delle famiglie dei disabili intellettivi © Gino Crescoli da Pixabay
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Nel clou della seconda ondata della pandemia l'associazione "in nome dei diriti"i torna a lanciare un drammatico appello alle autorità dopo otto mesi di indifferenza ricevuta in cambio degli appelli lanciati dopo il lockdown di primavera.

Abbandonati da tutti. Si potrebbe riassumere così la brutta sensazione di indifferenza che hanno le famiglie dei disabili intellettivi dimenticati da otto mesi nonostante gli appelli lanciati alle forza politiche cittadine (in particolare i sindaci di Firenze, Scandicci e tutti quelli della piana fiorentina) e regionali (primo fra tutti il governatore Eugenio Giani).

Mai una risposta né alcun cenno di comprendere almeno la situazione in cui si trovano.
Un periodo complicato come quello che stiamo attraversando, diventa infatti drammatico per le tante famiglie di disabili relegate nella loro solitudine di invisibili a politica ed Istituzioni.
Dal marzo scorso infatti, una condizione già tanto gravosa si è andata sempre più appesantendo per il ridursi di servizi e sostegni già insufficienti.

La fatica del peso assistenziale h24 dei propri figli disabili al 100% con handicap grave ed i relativi costi, maggiore stress e tensioni, tutto è stato scaricato sulle famiglie, composte spesso perlopiù da genitori avanti con gli anni.

La chiusura delle strutture semiresidenziali dal 16 marzo a metà giugno ha indubbiamente portato ad un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale di almeno 150 euro al giorno per disabile. Un importo quindi che moltiplicato per il numero dei disabili porta ad una cifra importante.

Perché non destinare quella cifra risparmiata ad aiutare economicamente queste famiglie che si trovano a doversi accollare per intero la faticosa gestione dei figli disabili.

Adesso, nonostante la riapertura dei centri diurni (spesso limitata a poche ore settimanali) molti disabili non hanno mai ripreso la loro attività a causa soprattutto della mancata riorganizzazione del servizio di trasporto.

Interrompere ogni attività prevista dai PARG e fatta nei Centri Diurni Sanitari sta avendo conseguenze negative in questa fascia di cittadini fragili, le loro famiglie fanno da sempre grossi sacrifici ma stavolta non riescono ad aiutare i propri figli, il costo per un operatore professionale è infatti elevato e solo poche famiglie sono in grado di permetterselo.

"Non è più accettabile - raccontano - trattare questi cittadini da invisibili e sottacere le responsabilità di cura, a carico del SSN come prevede la Riforma Sanitaria del 1978 n. 833 dopo il richiamo alla Costituzione."


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Commenti 1
  • Vittorio Vitali

    Ci saranno delle conseguenze drammatiche... siamo abbandonati da tutti...

    rispondi a Vittorio Vitali
    dom 15 novembre 2020 06:34