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Una cantina a Gavinana e il coraggio di due donne

Elsa e Claudia 66 anni in due hanno osato aprire bottega proprio adesso. E hanno scelto la periferia per ritrovare il cuore della città.

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Elsa e Claudia davanti alla loro bottega Elsa e Claudia davanti alla loro bottega © Nadia Fondelli
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C'era una volta due giovani donne che lavoravano nel centro storico e dietro un banco distribuivano sorrisi, saperi e sapori a volti cosmopoliti che parlavano mille lingue all'ombra del cupolone di Santa Maria del Fiore.

Potrebbe sembrare il racconto di una vita fa, in realtà non è neanche necessario cambiare il calendario per ritrovarsi all'improvviso catapultati in un mondo che non c'è più e più ci sarà.

Ma Elsa e Claudia non si sono piante addosso nè sono andate in piazza o nei salotti televisivi a lamentarsi. Elsa e Claudia hanno scelto di sognare in un momento in cui anche i sogni appaiono rateizzati da un futuro singhiozzante.

Hanno sognato di lasciare quel centro storico che si è scoperto all'improvviso triste e desolante svuotato com'è di residenti e arricchitosi negli ultima anni solo con vetrine fatue che al primo colpo di biglia hanno fatto cadere il vetro del vuoto assoluto.
Hanno sognato di scegliere i rioni popolari vivi e vivaci ancora nonostante tutto e tutti. Addirittura hanno osato aprire bottega strette fra due grandi supermercati.

Elsa e Claudia hanno tirato su bandone e acceso le luci in un angolo di via Erbosa che era diventato un angolo buio e triste con un bandone serrato.

Hanno invertito la tendenza, acceso una fiammella di speranza per tutti. Il sorriso è stampato sui loro volti anche se le mascherine lo nascondo sono i loro occhi brillanti a parlare mentre mi illustrano le specialità della loro bottega calda di legno e di speranza.

Vini sfusi, vini in bottiglia e piccola gastronomia. Domina la filiera corta e una selezione accurata di prodotti toscani che comunque sono per tutti.

Sono aperte solo da una settimana ma la loro presenza fresca e vivace ha già conquistato il vicinato e passato anche i confini del rione.

La mia "guida" alla scoperta di questi fantastici custodi del territorio è Martina Niccoli la fatina di Gavinana che nel primo lock down si era inventata il cesto solidale e la spesa per chi ne aveva bisogno e che adesso, nonostante i suoi disagi personali (perché anche lei è una di quelle che con la pandemia il lavoro lo ha perso) in questa fase storica ha deciso di scendere in strada visitare e acquistare dalle piccole botteghe di vicinato. Quelle che nel lock down hanno garantito pane e companatico in sicurezza a tutti e che negli ultimi anni erano state sacrificate sull'altare della grande disribuzione.

Dai territori rinasce la vita, la fiammella della speranza è nelle mani laboriose dei nostri artigiani e dei nostri bottegai.

Sorridete Elsa e Claudia il futuro è vostro. E noi siamo con voi















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