OK!Firenze

Vania, le mille sfumature della fantasia a San Niccolò

Dal suo osservatorio vive e respira il rione più modaiolo dell'ultimo turismo dell'era pre covid e ora guida la "resistenza" della rinascita.

Abbonati subito
  • 271
Vania all'interno della sua enoteca Vania all'interno della sua enoteca © Ok!News24
Font +:
Stampa Commenta

La vedi e comprendi subito che hai davanti una donna tutta d'un pezzo di quelle che non molla mai. Vania ridente e vivace ascolta l'eco del suo sorriso mentre appoggiata sulla porta in legno della sua enoteca osserva i due lati dello slargo dov'erano i tavolini all'aperto.
Lo stesso sguardo che un tempo accompagnava i turisti sfuffanti di sudore e bellezza su per la salita, tutta da conquistare come una moderna Via Crucis, che dal quartiere San Niccolò dopo un erta di tutto rispetto conduce al piazzale Michelangelo.

Con la sua zazzera di capelli fucsia non passa certo inosservata, ma a dispetto dell'apparenza Vania è donna che si fa notare per il suo aver saputo, giorno dopo giorno, conquistare i cuori vecchi e nuovi del rione.
Lo ha fatto arrivando in punta di piedi sedici anni fa quando ha aperto bottega per offrire un buon vino e la tradizione culinaria della Toscana più autentica.

All'epoca San Niccolò era un isola a sè nel cuore dell'Oltrarno dove all'ombra della torre c'era il negozio di alimentari, la lavanderia, l'ortolano, etc... Erano le botteghe un po' polverose e stantie che avevano tolto fango e nafta dalle pareti del 4 novembre 1966 quando l'Arno attraversò anche queste vie.
Botteghe che forse non erano esteticamente perfette ma che respiravano anni di vite vissute da tutti i residenti che piano piano se ne stavano andando via vinti dall'anagrafe.

Vania fra una pappa al pomodoro e un buon Chianti servito fra i suoi tavoli in rustico legno ha visto aumentare, anno dopo anno, il flusso degli ospiti che con macchine fotografiche al collo e nasi all'insù iniziavano a conquistare quel suo angolo e a brulicare per le stradine strette di San Niccolò.

Bastò un articolo di una blogger affermata nel mondo anglosassone per spedire il rione nel paradiso delle mete modiaiole dei turisti usa e getta da recensione on line.
Anni belli, veloci, affannati, ricchi ma fauti che oggi, gli occhi di Vania osservano smarriti. Vie vuote, nella piazzetta non c'è nessuno, anche il bar e la gelateria hanno i bandoni tirati giù come il suo.

Vania però c'è lo stesso perché San Niccolò ormai non può più fare a meno di lei come lei non può lasciare solo San Niccolò nel momento del bisogno.

Se sono spente le pentole dove sobbolliva la ribollita e i calici da vino sono appesi al portabicchieri i tavoli della sua enoteca adesso servono per poggiarci sopra tutto ciò che le sue mani e la sua fantasia hanno creato.
Oggetti piccoli e grandi ma tutti artigianali che Vana crea e realizza per cercare di far tornare i conti al circolo del rione, anche esso chiuso, ma per decreto, che non naviga in buone acque a causa del perdurare della pandemia.

Vania incrocia le braccia, si appoggia sulla porta del locale e porge lo sguardo a destra e a sinistra. Solo un signore che porta il cane a spasso rompe il vuoto di un deserto improvviso. Pare smarrita e perplessa ma poi sfodera il suo sorriso d'ordinanza che pare un messaggio al rione del suo cuore.

Sì, anche San Niccolò si rialzerà così come tutta Firenze. I turisti torneranno a sedere ai tavoli del locale di Vania e lei potrà raccontare loro di quando, nell'era del Covid, seppe rimboccarsi le maniche per dare una mano al suo San Niccolò.

Lascia un commento
stai rispondendo a