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Dopo il rogo di Ponte a Greve resta il problema ambientale. Perchè i bambini a scuola?

Mentre l'opinione pubblica è concentrata sulla ricaduta economia ed occupazionale pare che poco interesse ci sia per il problema ambientale a breve e lungo termine.

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ciò che resta del centro commerciale ciò che resta del centro commerciale © n.c.
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All’indomani del tragico rogo che ha distrutto il centro commerciale di Ponte a Greve e mentre gli inquirenti cercano di capire cosa ha scatenato il disastro e soprattutto perché non hanno funzionato gli impianti di sicurezza sul tetto durante i lavori l’argomento che tiene banco è che ne sarà delle 400 persone (250 della Coop) che li lavoravano fra centri commerciali, negozzi e uffici.

Molti lavoratori dei centro commerciale alimentare sono stati ricollocati nei negozi vicini e sono state attivate delle navette per raggiungerli ma per altri dipendenti nonostante gli annunci positivi si apriranno le porte della cassa integrazione per svariati mesi.
Il danno economico del resto per la cooperativa è elevatissimo dato che Ponte a Greve era uno dei suoi negozi di punta incassando su base annuale qualcosa come mezzo miliardo di euro!

A noi preme però approfondire l’argomento ambientale di cui pochi stanno parlano nonostante l’ordinanza urgente del sindaco Dario Nardella che "consiglia di evitare il consumo di prodotti ortofrutticoli raccolti nei terreni circostanti all’area interessata dall’incendio fino a valutazione da parte dell’autorità sanitaria al fine di assicurare la tutela della salute pubblica."

Secondo lo stesso principio di precauzione l’asilo nido comunale Lo Scoiattolo di via Bugiardini è stato chiuso e lo sarà almeno fino a martedì.
Perché allora, si domandano preoccupati molti genitori dell
’Istituto Comprensivo Piero della Francesca che comprende scuola materna, elementare e media e che si trova nella stessa via Bugiardini con il giardino confinante con l’area maggiormente colpita dall’incendio del centro commerciale la loro scuola ha aperto regolarmente il giorno dopo l’incendio?

Sarebbe da comprendere anche perchè in piena emergenza, con l'incendio in corso e i fumi neri ed acri che si alzavano verso il cielo i bimbi siano stati fatti uscire da scuola regolarmente fra le 16,10 e le 16,30 mettendo a rischio la loro salute e quella dei loro genitori che in molti casi si sono precipitati a scuola prima per paura dell'incendio dato che le più elementari norme consigliano con incendi in corso di rimanere al chiuso con porte e finestre chiuse?

Istituto Comprensivo Piero della Francesca è aperto, come se niente fosse successo, eppure preoccupazione c’è dato che il dirigente scolastico con la Circolare n. 274  comunica che "a causa della possibile presenza di residui della combustione è interdetto, fino a nuova comunicazione, l’accesso ai giardini." I bambini devono quindi andare lo stesso regolarmente a scuola stando con le finestre chiuse in classe contraddicendo peraltro quando stabilitò dall’emergenza sanitaria che regolamenta l'opposto, ovvero finestre aperte!
Un rompicapo difficile da districare, bastava applicare il principio della precauzione e dato che l'aria e ancora molto acre in zona non era meglio chiudere con quattro giorni d'anticipo la scuola?


 

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