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Conoscere il territorio. Storia e foto dell'Abbazia Benedettina di San Godenzo

Un contributo fotografico di Silvia Ciucchi: "E sempre un piacere proporre le bellezze storiche ed architettoniche del nostro territorio dove certo non ne mancano affatto".

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Il paese di San Godenzo con la sua Abbazia Il paese di San Godenzo con la sua Abbazia © Silvia Ciucchi
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Con questi pochi scatti vogliamo portarvi a San Godenzo, ultimo paese del Mugello ricadente nel territorio toscano, proseguendo lungo la strada statale la n.67 che lo attraversa e percorrendo una manciata di chilometri si arriva in Romagna scollinando il Passo del Muraglione che con la sua viabilità sinuosa e panoramica è divenuto oramai un famoso luogo di ritrovo di motociclisti e escursionisti

La facciata dell’abbazia con il suo campanile e la sua scalinata di accesso fanno dunque bella mostra di se erigendosi sopra la piazza Dante Alighieri, la piazza che sia che si affaccia proprio sulla statale nel centro del paese ma ad un livello superiore di questa, in maniera tale che l’abbazia stessa si trova a dominare il paese e il territorio circostante.

L’Abbazia dedicata a San Gaudenzio e costruita nel 1028 per volere del vescovo di Fiesole, Jacopo il Bavaro. Nel 1070 il vescovo Trasmondo, promotore di nuovi lavori di abbellimento, consacrò la nuova chiesa e l’affidò ai Benedettini. L’8 giugno del 1302 nell’Abbazia si tenne un convegno rimasto celebre e ricordato anche nelle Storie della letteratura italiana: il convegno degli esuli fiorentini Ghibellini e dei Guelfi Bianchi, tra i quali spiccava il nome di Dante Alighieri. L’obiettivo era quello di riuscire a trovare un accordo con gli Ubaldini per poter rientrare a Firenze, in quel tempo dominata dai Guelfi Neri. Le deliberazioni non ebbero successo: di lì a poco seguì un aspro scontro tra Bianchi e Neri, la sconfitta dei primi mentre maturò la decisione di Dante di staccarsi dai compagni fiorentini (compagnia malvagia e scempia) e di far parte per se stesso (come ricorda il poeta della Commedia). Negli anni seguenti la presenza benedettina si assottigliò e l’Abbazia subì un lento declino. Nel 1482 venne inglobata dalla SS. Annunziata di Firenze e si formò una comunità religiosa di Serviti a capo della quale stava un priore. I Serviti rimasero a San Godenzo fino al 1808 quando l’ordine venne soppresso dai francesi. Oggi la chiesa, dopo aver riottenuto nel 1922 il titolo di Abbazia, si trova sotto il vescovato fiesolano.

L’Abbazia rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura romanica in Toscana. All’esterno si presenta con una limpida facciata in pietra preceduta da uno scalone. L’interno è vasto e solenne: a tre navate con pilastri quadrangolari e un presbiterio sopraelevato, a tre absidi. Nel corso della sua storia secolare l’Abbazia ha visto molte modifiche e restauri che ne hanno cambiato l’aspetto ma che hanno lasciato intatta l’atmosfera di antica sacralità e di limpidezza geometrica in cui gli artisti e i religiosi del passato hanno visto uno “scalino” per poter far arrivare la mente umana fino a Dio. Un primo importante restauro venne cominciato nel 1907: il lavoro riguardò sia la facciata che l’interno e riportò l’Abbazia allo splendore. Un ulteriore restauro vi fu nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale che distrusse tutto San Godenzo lasciando in piedi solo l’Abbazia, anche se molto danneggiata. Pochi anni fa, nel 1998, con l’ultimo restauro si è provveduto al consolidamento statico delle strutture portanti, al rifacimento totale del tetto con recupero delle sette capriate lignee, a un recupero dei muri e dell’abside. Oltre che a una nuova illuminazione che mette meglio in evidenza le caratteristiche dell’Abbazia.

Vogliamo però portare la vostra attenzione soprattutto all’interno, forse meno conosciuto ma non perr questo di minore importanza, infatti sono molte e preziose le opere conservate in questa chiesa. Innanzitutto la scultura lignea di San Sebastiano di Baccio da Montelupo, restaurata e tornata nell’Abbazia nel 1989, dopo nove anni di lontananza. Poi un polittico di Bernardo Daddi del 1333 che ripropone la consueta impostazione di molti altri polittici: la Madonna al centro con il Figlio in braccio che le accarezza il mento; ai lati San Benedetto, San Giovanni Battista, San Niccolò e San Giovanni Evangelista.

Il polittico giunse a San Godenzo nel 1922 e nel 2002, dopo il restauro per conto della Sovrintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, ha riacquistato la sua originale bellezza. Di notevole interesse anche il pulpito del secolo XV. Nel Novecento l’Abbazia è stata arricchita di molte opere: il grande mosaico dantesco nella calotta dell’abside, l’organo a canne, il fonte battesimale, il campanile. L’Abbazia, nel suo recente rinnovamento, non ha affatto mutato la sua struttura e si presenta ancora, proprio come nel 1302, nella veste di una perla architettonica incastonata nel verde paesaggio di San Godenzo.

Orario di apertura indicativo* 

Tutti i giorni 8.00 -12.0  / 15.00 -18.00

*Telefono del Parroco 055.8374061
Testo e foto. Silvia Ciucchi
Fonte dei testi.- Comune di san Godenzo

 

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