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Il caso del mostro analizzato a livello giuridico dal magistrato Valerio De Gioia

Una rubrica molto seguita sul caso irrisolto del mostro di Firenze realizzata dal giornalista Paolo Cochi

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Magistrato Valerio De Gioia Magistrato Valerio De Gioia © n.c
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L'ultimo articolo, in ordine di tempo, a firma di Paolo Cochi giornalista, reporter, documentarista e scrittore, segue il caso del mostro di Firenze da più di venti anni. Una lettura critica, a seguito dello studio effettuato dall'autore, sulle varie piste seguite in quasi mezzo secolo di indagini che hanno tralasciato e non considerato elementi importanti come la cosiddetta ipotesi del Mugello.

E' stato appena pubblicata l'intervista al magistrato Valerio De Gioia che spiega: “I compagni di merende oggi sarebbero stati assolti. Il ragionevole dubbio è un principio di civiltà giuridica caposaldo del nostro ordinamento”. Un principio giuridico fondamentale che, nei processi ai compagni di merende fu poco considerato nelle condanne definitive a Mario Vanni e Giancarlo Lotti.

Al di la’ di ogni ragionevole Dubbio”. I processi al “mostro “ analizzati dal punto di vista giuridico.

Ormai un po’ tutti sappiamo, che nel processo penale l’affermazione della responsabilità penale deve superare ogni ragionevole dubbio, quindi ogni minima incertezza o contraddittorietà o insufficienza degli elementi probatori devono assolutamente portare all’assoluzione. Se gli elementi probatori nel processo non consentono di affermare con la dovuta certezza la responsabilità del giudicato, si deve assolvere. E’ un principio di civiltà giuridica. Nel dubbio bisogna assolvere.

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