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Patrizia: un sacco, una scopa, un paio di guanti e l’amore per Firenze

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Patrizia è un volto noto nei parchi e nei giardini della città. E' possibile incontrarla, soprattutto negli spazi verdi del Quartiere 2 dove abita, ma non disdegna "trasferte" anche in altre zone quando c'è bisogno.
La trovi sempre china, scopa e cassetta in mano a spazzare giardini, togliere erbacce, grattare via adesivi dai cartelli e spennellare muri per coprire grafiti. Difficile parlare con lei guardandola in faccia. Non è una di quelle persone che approfitta della chiacchierata per appoggiarsi a riposare sulla scopa stessa.

Un esempio fulgido di quella che oggi chiamano cittadinanza attiva, ma che in realtà, ripescando dal passato è solo quell'insieme di quei piccoli gesti quotidiani che un tempo erano normali ma che oggi sono dimenticati dall’indifferenza e dall’individualismo, "come se la città non fosse la casa di tutti" puntualizza.

Chi non ricorda ad esempio la bottegaia che tutte le mattine spazzava e puliva con cura il pezzo di strada davanti alla sua vetrina; oppure il pensionato che passava il tempo vuotando i cestini. Gesti normali e di normale convivenza nelle città di 40 anni fa oggi purtroppo dimenticati dall’imbarbarimento della mancanza di senso civico e dalla maleducazione imperante; amplificati dal megafono dei social dove tutti giudicano ma nessuno agisce.

Patrizia è una vecchia conoscenza. L'avevamo già incontrata la scorsa estate in un caldo pomeriggio di fine luglio con un affermazione che diceva molto: “sono considerata una scema dalle mie amiche perché sono l’unica pensionata che ha casa al mare e che a fine luglio rimane a Firenze nel caldo perché deve pulire i giardini che ha in cura!”.

Tutto vero. Patrizia Cipriani è una giovane pensionata brillante e dalla parlantina facile che dimostra almeno dieci anni in meno di quelli che ha. la sua caratteristica è la poca voglia di stare con le braccia conserte su una poltrona a fare parole incrociate.
Confessa di essere stata “illuminata” dieci anni fa dall’incontro casuale con gli Angeli del Bello. Quella fu quasi "una chiamata".

Da quell’incontro in gruppo con gli altri angeli o in solitaria la trovi sempre in giro per Firenze: ramazza, guanti e sacchi ha cominciato a pulire Firenze: giardini, parchi, etc.. e non ha mai smesso.
“Anche se la cosa che mi ha sempre dato più soddisfazione fare – specifica – è togliere i graffiti dalle pietre di Firenze. Lì avverti davvero la forza del tuo operato!”

Così giorno dopo giorno, anno dopo anno Patrizia da oltre dieci anni dedica il suo tempo a Firenze per ricevere in cambio solo il piacere di farlo.
Impegni fissi che la occupano per otto ore a settimana fra giardino di Boboli, i giardini di Campo di Marte e i giardini di Bellariva. In più non disdegna di dedicarsi personalmente a ripulire fioriere, fare regolarmente plogging quando passeggia in strada e unirsi ai vari gruppi di cittadini attivi che organizzano sedute di pulizia.. Lei c’è sempre quando si tratta di dedicarsi a Firenze.

Quando l'avevamo incontrata quest'estate aveva appunto rimandato la sua partenza per il mare perché c’era da lavorare per fare il settimanale plogging estivo - organizzato dall'Associazione fiorentina referente del circuito mondiale Plogging World - presso uno dei locali estivi sul lungarno Colombo.
"Perché farsi vedere a pulire all’ora dell’aperitivo e provare ad “educare” i fruitori dell’estate fiorentina è importante".

Patrizia l'abbiamo ritrovata in una fresca mattina d'inverno ai giardini del Campo di Marte. Con lei altri volontari di ogni età ed estrazione. Ci saluta col suo sorriso d'ordinanza, in una mano le cicche appena raccolte e messe in un sacco e nell'altro lo scopetto per grattare via l'erbaccia dagli spigoli del marciapiede. "Sai esordisce che con le cicche, da quest'estate e molto prima di Striscia la Notizia abbiamo iniziato un grande lavoro", parla e china continua a lavorare. "Qui siamo un bel gruppetto ormai, ci troviamo ogni giovedì mattina e stiamo qui un paio d'ore a sistemare i giardini. Chi vuole unirsi a noi è ben accetto."

Le facciamo notare che ormai è famosa ed è un esempio. Fa spalluccia e sorride affermando solo. "Sono solo una cittadina normale che fa cose normali". Eppure è vero, dovrebbe essere normale fare quello che fa lei, ma ancora non lo è.
Averne di Patrizie ci viene voglia di commentare...






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