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Oltre il Coronavirus, Il pericolo nascosto nei ghiacci

Non sarà tanto l'erosione delle coste

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Nei giorni in cui siamo totalizzati dal Coronavirus che ricordiamo avere un tasso di mortalità che si colloca di poco sopra alla normale influenza stagionale - lontano dal 9,6% della Sars, dal 50% dell'Ebola di cui al momento esiste in Congo un epidemia in corso dimenticata considerata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità “emergenza internazionale” e di oltre il 50% anche l'influenza aviaria . vogliamo parlare del vero rischio per l'umanità di cui nessuno parla.

Nei giorni in cui si cerca di fermare la diffusione del Coronavirus si pensa al vaccino ignoriamo che il vero rischio sanitario del ventunesimo secolo è lo scioglimento dei ghiacci.

Nelle cronache estive abbiamo letto dei grandi incendi in Siberia, del pericolo dell'erosione del permafrost per il rilascio di gas serra che acuirebbero i cambiamenti climatici non si parla del vero pericolo della riduzione del permafrost. Perché?

Eppure è recentissimo uno studio (pubblicato a gennaio) di un gruppo di ricercatori statunitensi che ha analizzato il contenuto microbico delle carote di ghiaccio prelevate nel nord-ovest dell'altopiano del Tibet. La perforazione di cinquanta metri dentro al suolo su tre campioni ha rivelato 33 gruppi di virus di cui 28 sconosciuti e di origine antichissima.

Lo scioglimento dei poli che si sta già verificando potrebbe portare fuori dai ghiacciai batteri e virus intrappolati da millenni e sconosciuti alla scienza moderna.
L'emerito professore di genomica, biologia e bioinformatica Jean Michel Claverie dell'Università di Aix Marseille punta il dito sugli strati ghiacciati delle aree più settentrionali e disabitate del pianeta, vero scrigno non solo di petrolio e terre rare ma anche di antiche malattie sepolte.
Proviamo a pensare adesso cosa potrebbe succedere se si liberassero patogeni sepolti da secoli a cui non sappiamo reagire non avendo gli anticorpi necessari ad affrontarli? Cosa succederebbe se si propagassero questi virus e batteri sono ignoti alla medicina moderna che quindi non dispone di cure e vaccini?

Dorme da millenni sotto il permafrost il pericolo. E nessuno interviene, nessuno attiva task force ne riempie le cronache mondiali.
Il terreno ghiacciato costituito da biomassa vegetale stratificatasi nel tempo è l'ambiente perfetto per conservare anche per millenni virus e batteri:
Lo è perché è ghiacciato, è privo di ossigeno ed è buio. Li possono trovarsi secondo Claverie anche le epidemie globali del passato. Vaiolo, antrace, peste bubbonica e altre malattie sconosciute. E se si liberassero a causa della riduzione del permafrost che non è più stabile a causa degli incendi e del surriscaldamento globale che rischio corriamo?
Il cambiamenti climatici è concreto. E' bene prenderne coscienza che quando si parla di ambiente non si parla solo di plastica e carbon free. Questo il vero tema.

Esistono gli esempi. Nei pressi delle rive del fiume Kolyma, nella Siberia nord-orientale sono rimaste sepolte per secoli le vittime di un’epidemia di vaiolo che colpì la zona fra il 1700 e il 1800. Oggi le rive di quel fiume sono sottoposte a disgelo e lo spettro di quel dramma può tornare a galla dato che i ricercatori hanno rinvenuto frammenti di Dna del virus nei cadaveri rimasti sepolti nel permafrost per secoli.
Più o meno nelle zone sottoposte quest'estate al catastrofico incendio i ricercatori hanno rinvenuto anche il virus della devastante influenza spagnola che fra il 1918 e il 1920 fece milioni di morti. Sotto i ghiacci giacciono come belle addormentate nel permafrost anche le spore di batteri quali il tetano e il botulino e questo è confermato da uno studio del 2005 di un team statunitense che ha riportato alla luce batteri intrappolati in un lago ghiacciato dell'Alaska per trentamila anni.
Sono tornata in vita stuzzicati dai ricercatori anche microbi come il Carnobacterium pleistocenium rimasto fin dal Pleistocene nei ghiacci e tornato “in vita” all’apparenza senza aver subito danni nella lunga ibernazione e nel 2007 gli scienziati hanno riportato in vita in Antartide un batterio di oltre otto milioni di anni fa.

Tutto bene fintanto che questi “mostri” rimangono ben custoditi nei laboratori ma se a causa dello scioglimento che pare progressivo del permafrost si liberano contaminando l'acqua e passando poi all'animale e all'uomo potrebbe essere un disastro che nessuno sta cercando di affrontare.

Fantascienza? No purtroppo. Il caso del vaiolo in Siberia non è solo. L'antrace nel 2016 ha ucciso un adoles ente e moltissime renne nella Russia artica. Si scoprì poi che quell'estate particolarmente calda sciolse i ghiacci e riportò alla luce le carcasse infette di renne uccise dall'antrace nel periodo fra il 1897 e il 1925 quando nella zona per un'epidemia di antrace morirono un milione e mezzo di cervi.

Quando parliamo d'ambiente tema attuale nell'epoca di Greta dimentichiamo che cambiamenti climatici, riscaldamento virtuale e virus sono molto collegati. Perchè nessuno reagisce perché anche la paladina green Greta tace?

Non sarà tanto l'erosione delle coste, l'innalzamento dei mari, lo sconvolgimento del clima, le guerre conseguenti il danno alla catena alimentare a ucciderci ma forse un virus.

Nadia Fondelli

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