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L'arte della parola scritta: il narratore Paolo Ciampi

I LIBRI di viaggio sono un’autentica fabbrica di sogni.

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L'arte della parola scritta: il narratore Paolo Ciampi L'arte della parola scritta: il narratore Paolo Ciampi
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Nessun altro tipo di libro può darci così tanto e farci viaggiare in mondi a noi sconosciuti facendoci “vedere” con gli occhi di un’altra persona. Nel nostro odierno “viaggio” (leggi intervista) con lo scrittore Paolo Ciampi abbiamo appreso che preferisce definirsi “narratore". Una bella definizione che gli calza a pennello perché il narratore è colui che racconta e mentre lo fa, il racconto stesso viene arricchito dalle esperienze altri.

Conosco Paolo Ciampi da molto tempo ma ogni volta scopro qualcosa che mi fa capire, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che è davvero uno dei miei scrittori preferiti, pardon, narratore. Aiutato dal suo mestiere di giornalista, Paolo usa le parole in modo diretto, ponendosi, e ponendo al lettore, delle domande che poi non sono altro che l’essenza del nostro vivere qui e ora.

Una trentina di libri all’attivo e la capacità di entrare in empatia con i suoi lettori. Un narratore di storie vissute in prima persona ma anche racconti di personaggi un po’ dimenticati dalla storia, a cui Ciampi restituisce valore e mistero.
Il dono del "saper narrare" non è di tutti, e che Ciampi ne sia provvisto si nota dai diversi generi a cui si è avvicinato: dal viaggio (che poi è sempre anche un viaggio interiore) al racconto storico, dallo scambio di idee epistolare, al giallo, alla saggistica. Sempre con uno stile riconoscibilissimo.

E così capita che il nostro narratore si imbatta in George Perkins Marsh, facendone nell' "L'ambasciatore delle foreste" un ritratto attualissimo; oppure riviva l'avventura del Risorgimento attraverso una donna eccezionale come Jessie White Mario in Miss Uragano. E ancora, il mirabile incontro con Odoardo Beccari, sconosciuto ai più ma un fiorentino degno dei più noti colleghi esploratori, che ritroviamo in "Gli occhi di Salgari". Poi può capitare che ci racconti del viaggio con il figlio Ernesto e ci catapulti a Hiddensee, il paradiso dei cercatori d’ambra, e attraverso una speciale capsula del tempo, ci conduca dai vichinghi, a Hitler fino alla DDR, passando per mille altri luoghi della memoria e della storia. Una capsula del tempo e un gioco in stile sliding doors assolutamente personale. E Infine Firenze, ma non quella dei turisti, quella che traspare in angoli nascosti attraverso gli sguardi.

Nella nostra intervista, che potete seguire nel video in questo articolo, abbiamo parlato di scrittura ma anche di lettura, un’attività da riscoprire in questo momento particolare della nostra esistenza. Leggere a voce alta, farlo senza accendere il televisione e condividendo con gli altri membri della famiglia, una pagina del libro più amato, una poesia, una lettera.

La lettura come strada per ritrovare se stessi, la lettura come mezzo di comunicazione intimo e appagante, dove la nostra fantasia, e la creatività di chi si scrive, si uniscano per dare vita a personaggi che vivono solo per noi.
Paolo Ciampi è il narratore che “lascia spazio”, che accompagna con le sue parole il lettore nel viaggio del libro. Perché un libro è sempre un viaggio.

Roberta Capanni

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