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Booshra dall'orrore alla grande bellezza

un'interior designer siriana per Firenze

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Booshra dall'orrore alla grande bellezza Booshra dall'orrore alla grande bellezza
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Booshra ha negli occhi neri e profondi la storia recente del suo paese e le sofferenze del suo popolo. “Sono siriana di Homs” dice con voce un po' sommessa aprendosi in un sorriso malinconico.

Lei è l'autrice del design delle nuove panchine rosse di piazza Pier Vettori; una giovane donna figlia del martoriato paese dov'è in atto una delle guerre più dimenticate al mondo che ha svolto il suo stage professionale nell'ufficio tecnico di progettazione della direzione ambiente del comune di Firenze.
Le panchine della piazza a nuova vita restituita sono l'elemento d'arredo che più affascina per quelle curve eleganti e moderne e con quei braccioli che le rendono davvero speciali ."Ho pensato che spesso sono gli anziani a sedersi sulle panchine e quei braccioli possono essere d'aiuto alle persone più fragili della nostra società”.
Quanta delicatezza in quell'idea. Dieci anni di studi tecnici sono un background importante ma se manca la sensibilità anche il designer ha un anima vuota.

Booshra oggi crea bellezza per dimenticatore l'orrore. A Homs germogliò la protesta contro Assad e lì c'è stato uno dei più lunghi e cruenti assedi dell'era moderna. Homs città antichissima di bellezza, storia e cultura è la martire della Siria.
Lei è nata e cresciuta a Al-Hamidieh passeggiando sul selciato degli antichi quartieri di oggi ridotti a cumuli di macerie dove pochi sono tornati a vivere e dove tanto fanno i pastori che come dice anche Papa Francesco “mai abbandonano il loro gregge”.

A Homs nel 2012 proprio mentre Booshra si stava laureando i governativi entrarono in città per distruggere il quartier generale dei ribelli che si erano arroccati a Baba Amr, l'antico quartiere dov'era anche la sua casa e chiusero la città per due anni.
Non sono stati risparmiati neanche donne e bambini a Homs e il massacro di Karm al-Zeitoun è ancora vivo nei muri crivellati, nei palazzi sventrati dalle bombe e pesa sulle coscienze di molti.

Booshra a ben guardare è serena quando racconta che la sua famiglia è ancora là, per fortuna uscita indenne dal disastro mentre lei fuori dal centro città e con la valigia in mana è partita verso il Libano.
Figlia di una civiltà antichissima, quella della regina Zenobia del regno di Palmira, periferia dell'Impero Romano e punto di contatto fra Oriente e Mediterraneo racconta di essere andata via per “non piangere per la condizione in cui era ridotta la mia città”.

In Libano ancora studio e tanto tirocinio e poi è arrivata in Italia, per studiare ancora e specializzarsi.
Booshra talvolta ha delle remore nel dire di essere siriana perché teme di essere scambiata per una profuga e nella sua fierezza la parola è sinonimo di negatività.
Elegante, raffinata e dai modi gentili porta nella cultura del bello dei suoi studi in architettura e interior design tutta la bellezza della sua terra e di quella civiltà antichissima dove per la prima volta era una donna a dominare.

Oggi ad Homs racconta "l'assedio è finito la guerra civile è lontana ma la situazione è sempre difficile a causa della svalutazione della moneta locale. “Le persone non hanno di che mangiare.” sottolinea.

“Finito lo stage in comune vorrei solo poter iniziare a lavorare. L'esperienza vissuta è stata molto importante per la mia crescita professionale perché dall'idea e il disegno ho avuto l'opportunità di passare alla pratica.
Da free lance lavoro da casa e vorrei mettere in pratica i miei studi. Lo voglio fare da donna e cittadina che ha scelto Firenze e non da profuga.”

Eppure gli facciamo presente che tutto sarebbe più facile ma lei è categorica. “Non voglio approfittarmi delle sciagure del mio paese. Quel che avrò lo voglio ottenere solo con le mie forze” sottolinea. “Noi in famiglia abbiamo questo tipo d'insegnamento. Mio padre ad esempio è un medico e un pastore e per questi suoi due ruoli ha avuto la possibilità di uscire da Homs ma non lo ha fatto, Anzi mi sottolinea che oggi è proprio il tempo giusto per stare lì.
Siamo cresciuti con questi principi io e mio fratello grazie anche alla mamma insegnante
.“.

La testa si abbassa e sul volto appare un velo di malinconia. “Hom oggi è una città fantasma; molti se ne sono andati in Europa e non vogliono tornare quando tutto sarò finito perchè preferiscono fare una vita da profughi in Europa".

E Booshra cosa sogna domandiamo “Penso che in futuro tornerò nella mia città per dare una mano alla ricostruzione con l'esperienza acquisita in Europa anche se magari continuerò a vivere qui. Oggi dopo 5 anni sento di Firenze. Anzi sento Firenze molto simile alla mia città per la sua storia, le sue tradizioni le sue persone.”

Cerca il sole oltre la finestra Booshra Nasrii che non vuole ricordare troppo perchè non vuole piangere. Come dimenticare però quando i ribelli sono entrati in casa e hanno distrutto tutto quello che secondo loro era simbolo cristiano. "Non dimenticherò mai quando hanno messo a soqquadro la mia casa e strappato tutti i miei disegni e i miei progetti”.

Nessuno strapperà quelle panchine da piazza Pier Vettori anzi, è proprio bello sapere che a Firenze esistono panchine rosse progettate da una interior design siriana donna, orgogliosa di esserlo.

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