Gazawi © nc
In un momento in cui a Gaza sembrano attenuarsi i bombardamenti e si riaccende la speranza di una tregua, l’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus fa il punto sull’accoglienza delle famiglie rifugiate arrivate in Toscana. Durante l’estate e nelle ultime settimane, nuovi nuclei familiari gazawi sono stati accolti a Firenze grazie alla collaborazione tra volontari, istituzioni e strutture sanitarie.
A metà agosto, un volo organizzato dal Ministero degli Esteri ha portato in Italia un gruppo di bambini e ragazzi in gravi condizioni di salute. Tra loro anche Marah, una giovane paziente ricoverata a Pisa per malnutrizione, che purtroppo non è sopravvissuta.
Ospedale Meyer e rete di solidarietà locale
Tre famiglie sono state inizialmente accolte presso l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, una delle quali è stata poi trasferita in una struttura di accoglienza a Reggello. Alla fine di settembre, un nuovo volo militare ha portato altre famiglie, due delle quali ora in cura al Meyer.
Tra i nuovi arrivati figurano due bambine affette da gravi patologie rare, probabilmente collegate alla devastazione ambientale derivante dal conflitto. Le loro storie sono state raccontate anche da alcune testate italiane.
Grazie all’impegno dell’associazione e a una rete sempre più ampia di volontari, il numero complessivo dei rifugiati seguiti dal progetto è salito a 127 persone, di cui 72 minori.
Traumi e perdite ancora vive
Le notizie delle atrocità più recenti a Gaza City hanno profondamente segnato le famiglie rifugiate in Italia. Una di esse ha assistito in diretta alla distruzione del palazzo di sette piani appartenente alla propria famiglia allargata. Il trauma, sottolineano i volontari, resta vivo anche in chi è riuscito a mettersi in salvo.
Scuola, solidarietà e speranza nel futuro
Nonostante il dolore, la vita riprende: molti bambini gazawi hanno iniziato il nuovo anno scolastico, sostenuti da un crescente numero di cittadini e realtà associative. Un ringraziamento particolare va alla cooperativa sociale “Chicco di Grano”, che a fine agosto ha offerto un soggiorno al mare ad alcune famiglie rifugiate, e ai volontari che continuano a fornire aiuti materiali e momenti di svago.
Anche le food blogger di “Cocomero & Friends”, il CALCIT Chianti Fiorentino e il festival “Middle East Now” hanno contribuito al fondo di solidarietà dell’associazione, coinvolgendo le famiglie gazawi in iniziative culturali come la proiezione del film “Yalla Parkour”, dedicato alla vita a Gaza.
Le voci dei rifugiati: la testimonianza di Malak
Fra le testimonianze più toccanti c’è quella di Malak AlHelou, 21 anni, studentessa di lingua inglese e metodi di insegnamento. Sopravvissuta alla guerra, Malak racconta la sua rinascita attraverso lo studio:
“Sono uscita dalle macerie con uno zaino sulle spalle e i miei libri.
Ho perso la mia casa, l’università e molti dei miei cari, ma non la mia speranza.
La conoscenza è luce e futuro. La Palestina rimane, noi rimaniamo.”
Le sue parole rappresentano lo spirito di resistenza di una generazione che, nonostante la devastazione, continua a credere nel valore dell’istruzione e della dignità umana.
Un ringraziamento dall’ex professore Abu Kasem
Un altro messaggio di gratitudine arriva da Abu Kasem, ex docente dell’Università Islamica di Gaza, oggi distrutta dai bombardamenti. In un messaggio pubblicato su La Città invisibile, ha voluto ringraziare il popolo italiano per le manifestazioni di solidarietà organizzate nelle ultime settimane.
Continua la raccolta fondi per le famiglie rifugiate
L’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese prosegue la propria attività di supporto e invita a contribuire al fondo di solidarietà attraverso la pagina web dedicata, dove sono disponibili aggiornamenti e coordinate per le donazioni. In un contesto di dolore e speranza, la Toscana continua a rappresentare un luogo di accoglienza e ricostruzione per le famiglie gazawi. Tra lutti, rinascita e impegno civile, la solidarietà resta il filo che unisce Firenze a Gaza.


