formaggio attenzione 26082025 okmugello.it © N. c.
Un lotto di formaggio Casolet è stato ritirato dal mercato per rischio contaminazione da Escherichia coli. Ecco cosa sapere e come comportarsi se lo hai comprato.
Ancora una volta arriva un'allerta alimentare che mette in guardia chi ama i formaggi freschi di montagna. Il Ministero della Salute ha infatti comunicato il ritiro immediato di un lotto di formaggio Casolet prodotto dall'Azienda Agricola Il Sogno. La causa? Un risultato sfavorevole alle analisi per la ricerca di STEC, ovvero l'Escherichia coli produttore di Shiga-tossine, batterio potenzialmente pericoloso per la salute.
Il formaggio interessato era stato messo in vendita in porzioni a peso variabile direttamente nel punto vendita della Malga Preghena, situata a Bresimo, in provincia di Trento.
Qual è il lotto coinvolto del formaggio Casolet ritirato
Il prodotto richiamato è il Casolet con numero di lotto 11. Non viene riportata una data di scadenza precisa, e non sono state diffuse immagini ufficiali del prodotto. Si tratta di circa 9 chili di formaggio già distribuiti e potenzialmente finiti nel caso di consumatori ignari.

L'Escherichia coli non è sempre pericoloso, ma alcune varianti, come quelle che producono tossine di tipo Shiga, possono causare problemi gastrointestinali anche seri. I sintomi possono variare da crampi addominali, diarrea, nausea e febbre, fino a complicazioni più gravi in soggetti fragili. Proprio per questo, le autorità sanitarie hanno segnalato che il prodotto può essere particolarmente rischioso per bambini piccoli, donne in gravidanza, anziani, persone con sistema immunitario compromesso.
Se pensi di aver acquistato questo formaggio, e soprattutto se riconosci il lotto segnalato, la raccomandazione è una sola: non consumarlo. Il Ministero invita i consumatori a restituire immediatamente il prodotto al punto vendita dove è stato acquistato, in questo caso la Malga Preghena. Non sono richiesti scontrini né confezioni integre basta consegnare il prodotto sospetto.
In nessun caso bisogna assaggiarlo o provare a conservarlo: il rischio per la salute è reale. Questo richiamo non è un caso isolato. Dal 1° gennaio 2025 a oggi, secondo i dati diffusi da Il Fatto Alimentare sono stati registrati 165 richiami che hanno riguardato oltre 400 prodotti di marchi e aziende diverse.
Si tratta di numeri importanti, che dimostrano quanto i controlli siano sempre più serrati ma allo stesso tempo quante criticità possono ancora emergere lungo la filiera alimentare. Anche quando si tratta di piccole produzioni artigianali, come in questo caso, la sicurezza alimentare deve restare la priorità assoluta.


