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Bere troppa acqua uccide senza preavviso: quando succede e come prevenire

Attenzione a bere troppa acqua, perché rivelarsi controproducente: ecco che cosa può succedere, quando si esagera

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Bere troppa acqua uccide senza preavviso-okmugello.it Bere troppa acqua uccide senza preavviso-okmugello.it © N. c.
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L’acqua è la risorsa più preziosa per l’essere umano. Costituisce gran parte del nostro corpo, regola la temperatura interna, favorisce la digestione e sostiene ogni processo vitale. Medici, nutrizionisti e campagne di salute pubblica ribadiscono costantemente l’importanza di un’adeguata idratazione.

Basti pensare a chi, in ufficio, interrompe il lavoro a intervalli regolari per riempire la borraccia, o agli sportivi che, tra una serie e l’altra, sorseggiano acqua per mantenere la performance. Nei mesi più caldi, poi, non mancano le raccomandazioni sui media sull’importanza di bere maggiormente e di non aspettare di avere sete. 

Tuttavia, c’è un aspetto meno discusso e spesso ignorato. Come per qualsiasi cosa d’altronde, esiste un limite oltre il quale l’acqua può smettere di essere un alleato e trasformarsi in un rischio. Non è un’esagerazione: bere in eccesso può avere conseguenze serie, in alcuni casi persino fatali.

Comprendere quali meccanismi si attivano nel corpo in presenza di un eccesso di liquidi, e soprattutto come prevenirlo, non è allarmismo, ma necessario. Perché conoscere il confine tra beneficio e pericolo è il primo passo per proteggere la nostra salute.

Quando l’acqua uccide: ecco perché non dobbiamo berne in eccesso e quali possono essere le conseguenze

Bere acqua è fondamentale per la vita, ma un eccesso improvviso e consistente può provocare gravi squilibri nel nostro organismo. Quando si ingerisce una quantità eccessiva di acqua in un breve arco di tempo, il corpo fatica a gestire l’equilibrio tra liquidi e sali minerali, in particolare il sodio, indispensabile per il corretto funzionamento delle cellule. 

Nel dettaglio, l’ingestione eccessiva di acqua diluisce il sodio presente nel sangue, causando una condizione definita iponatriemia, una vera e propria intossicazione da acqua. A livello cellulare, in particolare nel cervello, questa diluizione induce un rigonfiamento delle cellule cerebrali, poiché l’acqua in eccesso entra in esse per cercare di riequilibrare la concentrazione salina. Questo gonfiore può aumentare pericolosamente la pressione all’interno del cranio, compromettendo la funzionalità neurologica.

I sintomi iniziali di questo squilibrio includono nausea, mal di testa, crampi muscolari e senso di confusione, ma nei casi più gravi possono manifestarsi convulsioni, perdita di coscienza e perfino coma. La pressione intracranica elevata rappresenta un’emergenza medica, poiché può portare a danni cerebrali irreversibili o alla morte se non trattata tempestivamente.

Per evitare questo rischio, è fondamentale distribuire l’assunzione di acqua durante tutta la giornata, evitando di bere grandi quantità in un breve periodo. In situazioni di forte sudorazione o disidratazione, è consigliato assumere anche bevande contenenti elettroliti, come sodio e potassio, o accompagnare l’idratazione con cibo salato per mantenere l’equilibrio minerale. In caso di dubbi o sintomi sospetti dopo aver bevuto molta acqua, è indispensabile rivolgersi immediatamente a un pronto soccorso, dove si possono somministrare soluzioni saline per ristabilire l’equilibrio.

Bere acqua rimane un’abitudine salutare, ma la moderazione e la consapevolezza sono essenziali per non trasformare un gesto semplice in un pericolo.