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Borgo & il teatro. In scena adulteri ed equivoci, recensione della prima serata

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Borgo & il teatro. In scena adulteri ed equivoci, recensione della prima serata Borgo & il teatro. In scena adulteri ed equivoci, recensione della prima serata © n.c.
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E il 15 è la volta di Pirandello. Scambi di identità, imbrogli, amori adulterini e fraintendimenti: sono state queste le componenti di “ Sarto per signora ”, divertente vaudeville che ha aperto la stagione di prosa del Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo lo scorso giovedì 3 dicembre. Inaugurazione fortunata per lo storico teatro borghigiano, all'insegna del sorriso e del tutto esaurito, con una commedia degli equivoci divertente, firmata dalla regia di Valerio Binasco e con un cast d'eccezione: Emilio Solfrizzi, Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Barbara Bedrina, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Giulia Weber. Scene a cura di Carlo De Marino e costumi di Sandra Cardini. La pièce, tra le più divertenti e famose di Georges Feydeau (autore parigino 1862-1921), è ambientata nella capitale francese de la belle epoque e racconta del signor Gérome Molineaux (Emilio Solfrizzi), medico edonista e libertino, sposato da poco con Yvonne (Giulia Weber) ma decisamente poco incline alla fedeltà coniugale, il quale intraprende una relazione adulterina con la bella Suzanne (Lisa Galantini), moglie del generale Aubin (Simone Luglio). Per poter incontrare l' amante al riparo da sguardi indiscreti e senza destare sospetti, Molineaux decide di prendere in affitto dall'amico-immobiliarista Bassinet (Fabrizio Contri) un appartamento dismesso, un tempo atelier di una sarta. A causa di una porta che non si chiude, il proposito iniziale per il quale si era affittato l'appartamentino, quello di favorire la tresca tra i due fedifraghi, genera un risultato indesiderato. Tutti i personaggi finiscono per incontrarsi nell'atelier, ciascuno portatore delle proprie bugie: moglie, suocera (Anita Bartolucci), amante, marito dell'amante, amante del marito, immobiliarista. Per salvare le apparenze e non far saltare i molti altarini, Molineaux è costretto a fingersi sarto per signora, dando vita ad una serie di gag divertenti ed assurde scenette. Ciascun personaggio si muove ed agisce senza sensi di colpa nell'ambiente torbido della borghesia di fine Ottocento, assolutamente priva di valori e tutta orientata all'apparenza. In “Sarto per signora” Feydeau muove una spregiudicata critica alla società del tempo e non a caso l'ultimo atto si conclude con un beffardo ritorno allo status quo iniziale, dove i tradimenti vengono fatti passare per semplici equivoci a rimarcare la menzogna sociale e l'ipocrisia che circonda interamente ogni personaggio. Un dispositivo comico in tre atti pressoché perfetto, reso possibile dalla straordinaria capacità dell'autore di generare comicità attraverso ripetuti colpi di scena, paradossi ed assurdità, secondo schemi precisi che continuano a generare risate anche dopo quasi un secolo e mezzo dalla sua prima rappresentazione nel 1886. Assolutamente apprezzabile la messinscena di Binasco che non ha ceduto a forzati tentativi di attualizzazione del testo. L'unica aggiunta da parte del regista al testo originale è stato il delizioso aggiornamento della prosa, semplificata in un italiano colloquiale e dialettale attraverso il quale è stato possibile intravedere un'Italia borghesotta dei nostri tempi, che si esprime ora in bolognese, ora in calabrese, ora in napoletano e romanesco tra sotterfugi, inganni ed ingenuità. Magistrale la performance di Solfrizzi, sia in termini di vocalità e mimica che di atletismo sulla scena: un corri corri da una parte all'altra del (piccolo) palcoscenico borghigiano con indosso un frac scomposto. Al termine della rappresentazione ancora a scena aperta, la Fondazione Toscana Spettacolo non ha mancato di consegnare all'attore un enorme mazzo di fiori. Solfrizzi, ricevuto l'omaggio floreale, ha ringraziato il pubblico in sala con movenze femminili comicissime. Molto apprezzati anche la ronconiana Anita Bartolucci, Cristiano Dessì il domestico spilungone di casa Molineaux e Fabrizio Contri, il dimesso immobiliarista. Lunghi gli applausi da parte del pubblico, volti soddisfatti e commenti positivi all'uscita di sala, a sottolineare che la prima proposta del cartellone 2015-2016 del Teatro Giotto è stata assolutamente azzeccata. Il prossimo appuntamento con la prosa è previsto per martedì 15 dicembre con “L'uomo, la bestia e la virtù” di L. Pirandello. Lo spettacolo in debutto stagionale con la regia di Giuseppe Dipasquale si preannuncia un'altra positiva conferma.

 

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