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Dicomanocheverrà. Dibattito sulla Multiutility: "serve più attenzione nella gestione dei servizi pubblici"

Secondo il Gruppo Consiliare è un comitato di affari

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Tubo acqua Tubo acqua © Pixabay
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L'argomento Multiutility sta suscitando non pochi mal di pancia. Varie le prese di posizione abbastanza decise sulla creazione di questa holding di gestione dei servizi essenziali sulla quale si è anche espressa la Corte dei Conti riguardo un possibile suo ingresso in borsa. Oggi pubblichiamo di seguito una netta presa di posizione del Gruppo Consiliare Dicomanocheverrà che non esita a chiamare la multiutility, un comitato di affari e non un ente che pensa a far funzionare i servizi.

ECCO SERVITA LA MULTIUTILITY! UN COMITATO D’AFFARI. GRAZIE AI NOSTRI SINDACI! PUBLIACQUA PER FARE PROFITTI PENSA ALLA GESTIONE DEGLI ACQUEDOTTI DI MESSINA E SIRACUSA. NOI POSSIAMO ASPETTARE!

Tutti i nodi, denunciati dal nostro gruppo, Dicomanocheverrà assieme anche ad altri comitati e associazioni, in merito alla creazione della Multiutility, funzionale alla quotazione in borsa di servizi come acqua, rifiuti e gas stanno purtroppo venendo al pettine: l’unico obiettivo è fare affari e profitti sulla pelle dei cittadini, piuttosto che gestire in modo equo servizi essenziali.

Il gruppo Dicomanocheverrà (Laura Barlotti, Marcello Certini e Cristina Ticci) prova a ricordare alcuni passaggi “fino a” riporta il comunicato “arrivare alle “perle” degli ultimi giorni”

- Il primo passaggio è stata la proroga della concessione di Publiacqua con il pretesto di non aumentare le tariffe anche se l’obiettivo era prendere tempo per arrivare alla costituzione della Multiutility

- il secondo passaggio è stato l’aggregazione di 29 comuni su 43 che in Publiacqua detenevano il 60% delle quote nella newco Acqua Toscana, anche stavolta con la scusa di ripubblicizzare il servizio. Tra i comuni che sono entrati a far parte di Acqua Toscana c’è anche Dicomano: in consiglio il nostro gruppo ha votato contro mentre il Pd ha chiaramente votato a favore

- il terzo passaggio è stato la fusione nella Multiutility di ALIA Servizi Ambientali Spa, di Acqua Toscana Spa, Consiag Spa, Publiservizi Spa, realizzando di fatto la società da far confluire in borsa (il 49% messo in mano alla speculazione finanziaria), allontanando, come piu’ volte denunciato i sindaci e i territori dal potere decisionale sulla gestione dei servizi, esposti alle logiche finanziarie del profitto, con danni in particolare alle tasche dei cittadini e ai comuni più piccoli. 

Cio’ premesso, l’ultima tessera del mosaico si è rivelata qualche giorno fa all’assemblea di Publiacqua quando l’amministratore delegato della Multiutilty, Irace ed il presidente di Publiacqua Perini hanno proposto ai pochi sindaci, che per fortuna non hanno partecipato all’operazione di aggregazione in Acqua Toscana e alla fusione nella Multiutilty  (citiamo Vaglia, Sesto Fiorentino, Cavriglia, Carmignano, Cantagallo, Vaiano, …) e al socio privato (Acea/Acque Blu Fiorentine), un atto di indirizzo per poter partecipare a gare per ottenere concessioni di gestione del servizio idrico integrato su tutta la penisola italiana: in particolare pare che le gare fossero relative alla gestione di reti acquedottistiche in Sicilia (Messina e Siracusa).

“Una battuta viene spontanea” continua il Gruppo Dicomanocheverrà “in Toscana oramai di nessi tra imprenditoria, politica, ndrangheta, mafia e camorra, dopo la vicenda Keu, siamo esperti!”

Ma la domanda è un’altra commenta Laura Barlotti “La nuova Multiutility non dovrebbe pensare a fare funzionare i servizi sul territorio e magari anche a condizioni economiche migliori per cittadini e imprese? Che bisogno c’è di occuparsi degli acquedotti di Messina e Siracusa?”

“Il problema” continua Laura Barlotti “è che lo scopo non è quello di rendere più efficienti i nostri servizi e tanto ci sarebbe da fare!,…(ricordiamo infatti a tutti i cittadini come abbiamo le tariffe più care d’Italia, gli acquedotti perdono oltre il 40% di acqua, alcune reti sono ancora in cemento amianto, abbiamo le fognature in pessime condizioni che sversano reflui a gogo’, molti centri minori non sono a tutt’oggi collegati alla depurazione), ma il vero obiettivo, come sostenuto sia nelle battaglie in consiglio comunale sia in iniziative varie, è solo quello di fare un’operazione industriale-finanziaria al fine di potenziare Publiacqua, per renderla  più appetibile in borsa, avere un utile netto maggiore e più dividendi per i soci pubblici e privati”

“Un progetto” continua il comunicato “teso a speculare sui beni comuni, a danno di imprese e cittadini, che porta una chiara firma politica, quella del Pd, incluso quello di Dicomano che in consiglio comunale, in religioso silenzio ha sempre votato a favore di tutti i passaggi per la costituzione della Multiutility”

Per fortuna, al momento la proposta dell’amministratore delegato Irace e del presidente di Publiacqua Perini relativa alla partecipazione alle gare per gli acquedotti di Messina e Siracusa, non è passata, considerato che era richiesta una maggioranza qualificata, e che grazie al voto contrario dei pochi comuni rimasti direttamente nella società ma soprattutto del socio privato (Acque Blu Fiorentine), non è stato possibile raggiungere. Tuttavia, questa è soltanto una puntata di ciò che ci aspetta e di quale sia il vero obiettivo della Multiutility: un carrozzone che guarda alla finanza e al profitto e non ai cittadini, in un momento storico in cui invece occorrerebbe fortemente ripensare logiche di gestione e priorità; ma i comitati d’affari devono fare affari e i servizi verso i cittadini rappresentano solo ottimi strumenti di speculazione e guadagno…a al PD di democratico è rimasto soltanto l’aggettivo!

Dicomanocheverrà

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